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Bova: «Costretto a blindarmi in casa»

CATANZARO «È chiaro che quello che è avvenuto cambia un po’ la vita, la cambia; ma ho una moglie meravigliosa e, tutto sommato, la stiamo vivendo bene. Ma cosa posso dire, mia mamma è napoletana, qui…

Pubblicato il: 09/04/2015 – 17:48
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Bova: «Costretto a blindarmi in casa»

CATANZARO «È chiaro che quello che è avvenuto cambia un po’ la vita, la cambia; ma ho una moglie meravigliosa e, tutto sommato, la stiamo vivendo bene. Ma cosa posso dire, mia mamma è napoletana, quindi “ha da passà a nuttata”». Lo ha detto il consigliere regionale Arturo Bova parlando con i giornalisti in Prefettura a Catanzaro al termine della riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in relazione a quanto si è verificato lo scorso 3 aprile ad Amaroni quando persone non identificate, a scopo intimidatorio, hanno incendiato la sua auto e quella della moglie nel giardino della sua abitazione. «A casa mia finora – ha aggiunto Bova – lasciavo i cancelli e le porte sempre aperte; poteva entrare chiunque. Sono stato costretto a dovermi blindare in casa. Cosa mai accaduta nel mio comune. Mi spiace per la comunità che, per colpa mia, da oasi felice dove mai si erano verificati fatti di natura mafiosa si trova adesso in questa situazione». «Chi fa politica in Calabria – ha detto ancora il consigliere regionale – si espone a rischi gravissimi. Il governo, che guarda con attenzione alla nostra terra, deve trasformare questa attenzione in risorse e personale per le forze dell’ordine». Il segretario provinciale del Pd Enzo Bruno, che ha partecipato alla riunione del Comitato in qualità di presidente della Provincia, sulla vicenda ha detto che «il partito ha eretto intorno a Bova e alla sua famiglia, un muro di protezione politico e di solidarietà umana. La riunione della Direzione regionale convocata per domenica ad Amaroni con il segretario regionale Ernesto Magorno, è stata decisa per dimostrare a quel territorio la presenza del Pd, partito di governo nel Paese e in Calabria».

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