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La Calabria «incerta» della Prima guerra mondiale

LAMEZIA TERME I “moti” legati al non interventismo, alla vigilia della Prima guerra mondiale, sono raccontati nel saggio “Abbasso la guerra!”, edito da “Le Monnier” e curato dal docente di storia con…

Pubblicato il: 06/05/2015 – 13:20
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La Calabria «incerta» della Prima guerra mondiale

LAMEZIA TERME I “moti” legati al non interventismo, alla vigilia della Prima guerra mondiale, sono raccontati nel saggio “Abbasso la guerra!”, edito da “Le Monnier” e curato dal docente di storia contemporanea Fabio Cammarano. Diversi i contributi degli esperti di settore contenuti, che disegnano il quadro di uno Stivale percorso dalle varie correnti neutralistiche (quella anarchica, quella cattolica, quella di matrice socialista e la cosiddetta “giolittiana”), ma caratterizzato soprattutto da una sorta di dissenso territoriale, diverso da città in città.
Variazioni che si registrano anche all’interno della stessa regione: la Calabria, abilmente delineata dal contributo dello storico Giuseppe Ferraro, è una regione divisa tra interventisti e non, che spesso si scambiano i ruoli in un balletto che ancora non lascia intravedere gli orrori della guerra e la desolazione del fronte raccontato nelle corrispondenze dei soldati con le famiglie che, avverte l’autore, «non avrà ruolo secondario nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica». Quest’ultima è, del resto, poco informata, inerme di fronte alle decisioni del governo centrale e disorientata dalle generali condizioni di precarietà.
Fresche sono, infatti, le ferite dei terremoti del 1905 e del 1908, cui non è seguita l’attesa ricostruzione. La Calabria raccontata da Ferraro è, quindi, devastata due volte, anzi tre, perché devastante agli occhi dei cittadini è il fatto di patire gli stenti per cause che si avvertono come lontane, non proprie, e contemporaneamente convincersi che – con una guerra alle porte – non ci si possa neppure lamentare di un maltolto che il governo non può (o non vuole) restituire: «Parrà forse sacrilego – scrive a conflitto avviato il Giornale di Calabria – che in un momento di gravità per l’intera Nazione si prospettino degli interessi regionali».
In un quadro di «studiata neutralità» che si trasforma quasi dappertutto in interventismo (tale è, per esempio, la linea mantenuta dall’episcopato calabrese e da diversi giornali che cambiano orientamento in maniera repentina al mutare delle condizioni politiche) non mancano tuttavia i movimenti spontanei che gridano il loro secco «no» alla partecipazione alla guerra, e che si distaccano dall’atteggiamento passivo delineato da Ferrero: spazio è dedicato, per esempio, all’azione di un centinaio di studenti di Reggio, che in tre giorni, dall’1 al 3 febbraio del 1915, provocano «gravi tumulti» ribadendo una posizione non interventista e chiedendo il ripristino dei loro esami. Il volume sarà presentato il 18 maggio alle 17 presso il Sistema bibliotecario vibonese. Dopo i saluti del direttore Gilberto Floriani seguiranno gli interventi di Pantaleone Sergi (presidente dell’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea) e di Giuseppe Ferraro. La discussione sarà moderata da Francesco Corigliano.  

 

 z. b.

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