CALCIO SPORCO | La Coppa Italia nel mirino
Le ombre di “Dirty soccer” arrivano a stendersi addirittura su un incontro di Coppa Italia. E le risultanze investigative utilizzano proprio questo episodio, che si riferisce alla partita in programm…

Le ombre di “Dirty soccer” arrivano a stendersi addirittura su un incontro di Coppa Italia. E le risultanze investigative utilizzano proprio questo episodio, che si riferisce alla partita in programma il 2 dicembre 2014 tra Sassuolo e Pescara, come esempio di «uno spaccato ampio e inquietante sulle capacità criminali dell’associazione a delinquere». Al centro dello scenario c’è sempre Fabio Di Lauro, ex calciatore e imprenditore, che prende contatti «con il duo Ulizio e Carluccio, apprendendo che questi avevano messo in vendita l’incontro tra il Sassuolo e il Pescara al miglior offerente».
Di Lauro avverte così i suoi “compari” stranieri, pronti a investire cospicue quote sui presunti match truccati. Nonostante le “buone” premesse, però, questa volta il colpaccio non riesce. La «solerte mediazione di Di Lauro» non serve; «l’affare tra gli stranieri e la coppia Ulizio/Carluccio non si realizzava, ma i due gestori occulti del Pro Patria – si legge nel decreto di fermo –, mettendo in vendita l’incontro di Coppa Italia per una cifra pari a 150mila euro, non potevano non essere forti della combine della partita, che avevano di certo già imbastito promettendo lauti compensi a qualcuno dei partecipanti all’evento sportivo, che fosse del Sassuolo o del Pescara».