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Operazione "Cilea", scarcerati tre dei principali imputati

REGGIO CALABRIA Inizia a dispiegare i propri effetti la nuova norma sulle misure cautelari, che prevede il carcere preventivo solo in presenza di valide e comprovate motivazioni o reati di particolar…

Pubblicato il: 22/05/2015 – 7:39
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Operazione "Cilea", scarcerati tre dei principali imputati

REGGIO CALABRIA Inizia a dispiegare i propri effetti la nuova norma sulle misure cautelari, che prevede il carcere preventivo solo in presenza di valide e comprovate motivazioni o reati di particolare gravità che obblighino alla reclusione del soggetto. Motivazioni che – stando alle più recenti decisioni tanto del Tribunale collegiale, come del Tdl, nuovamente investito della questione su mandato della Cassazione – per cinque degli imputati dell’operazione Cilea non ci sono. In accoglimento dell’istanza presentata dall’avvocato Giovanni De Stefano, sono stati scarcerati tre dei principali imputati del procedimento Cilea, l’indagine che ha portato a stringere il cerchio sulla banda specializzata in furti su commissione, in gioiellerie e abitazioni, responsabile di una serie di “colpi” milionari messi a segno tanto a Reggio Calabria come nella Capitale.
Per ordine dei giudici del Tribunale della Libertà nel caso di Luigi Davide Belgio, considerato uno dei capi della banda, e del Collegio nei casi di Mauro Boschetti e Antonio Talinucci, tutti sono stati autorizzati a lasciare il carcere in cui erano detenuti , in applicazione della nuova legge sulla attualità delle esigenze cautelari entrata in vigore l’8 maggio scorso. Per la Procura, che per tutti e tre ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, fanno tutti a vario titolo parte di un «sodalizio criminale perfettamente organizzato, dotato di alti profili professionali» che per gli investigatori sarebbe riuscito a ottenere informazioni sulla refurtiva e le modalità di elusione degli impianti di allarme delle abitazioni private come anche delle gioiellerie, grazie a imprenditori specializzati nel posizionamento di impianti di condizionatori d’aria che fungevano da basisti. Informazioni preziose, che servivano alla banda per neutralizzare i sistemi di difesa passiva dei vari obiettivi, svaligiati senza sparare un colpo.

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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