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Ddl scuola, macchina per sudditi

Tra tutte le partite che Renzi sta giocando, quella della scuola è la più importante di tutte. Un quarantenne che arriva a conquistare il potere senza passaggi elettorali, con un meccanismo paragolpi…

Pubblicato il: 24/05/2015 – 13:33
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Tra tutte le partite che Renzi sta giocando, quella della scuola è la più importante di tutte.
Un quarantenne che arriva a conquistare il potere senza passaggi elettorali, con un meccanismo paragolpista che ha portato alla formazione di un governo di nominati, non intende certo tornare come Cincinnato all’aratro ed al podere nel giro di poco tempo. Egli, quindi, sta lavorando per creare le condizioni di una sua permanenza molto lunga alla direzione del Paese. Sapendo che prima o poi dovrà passare al vaglio delle urne, sta cercando di creare le condizioni per uscirne forte e legittimato. Questo significa che, nonostante si sia approvato una legge elettorale a suo uso e consumo, ha bisogno di creare una base di consenso sociale che gli garantisca la legittimazione sociale aggiuntiva rispetto a quella elettorale. Insomma ha bisogno di una “classe di riferimento” che non siano gli industriali e la grande borghesia nell’interesse dei quali sta agendo con le sue famigerate riforme: questi, industriali e grande borghesia sono detentori del potere reale che viene loro dalla ricchezza economica, non sono numericamente sufficienti a fargli vincere una qualsivoglia elezione. Quindi ha bisogno di tenere sotto controllo quella classe che ha costituito il pilastro del sistema dei consensi ai regimi degli ultimi 90 anni, dal regime fascista al regime della Democrazia Cristiana e di Forza Italia: la piccola borghesia. Sia nel ventennio fascista che nel dopoguerra, la categoria degli insegnanti è stata l’armatura di quel pilastro che è stata la piccola borghesia. Il controllo diretto di questa categoria è quindi il passaggio fondamentale per la costruzione ed il consolidamento del regime renzusconiano. Il regime non ha bisogno di liberi educatori per formare liberi cittadini. Il regime ha bisogno di indottrinatori che inquadrano sudditi. E’ questo il succo del DDL sulla scuola. Ed è per questo motivo che la vicenda della scuola è la più grave di tutte; più grave della rottamazione dello statuto dei lavoratori, più grave dell’abrogazione dei diritti elementari sanciti dal Jobs Act, più grave della riforma elettorale antidemocratica ed incostituzionale.
Quando tutti gli insegnanti saranno sotto lo schiaffo diretto del governo, per tramite dei dirigenti scolastici, riducendoli ad indottrinatori impauriti, mortificati, vessati, inquadrati, si saranno create le condizioni per consolidare e rendere permanente la negazione dei diritti e della democrazia sanciti con le controriforme realizzate ed in corso di realizzazione. La morte della scuola pubblica e libera è il principio della costruzione del nuovo regime, quel regime dove tutto sarà riconducibile al caudillo, con un solo partito, un solo sindacato!
Tutti i cittadini liberi devono mobilitarsi contro il DDL scuola. La scuola non è dei professori, è del popolo e quindi il popolo tutto deve reagire contro il disegno che vuole uccidere la scuola pubblica e libera.
Come successo altre volte nella storia della nazione, dalla guerra di liberazione al governo Tambroni, i sindacati devono convocare lo sciopero generale di tutte le categorie con un unico comune obiettivo: ritiro del DDL scuola.

 

 

*Docente libero; ancora per poco

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