"Epilogo", sconto di pena per l'uomo dei Serraino
REGGIO CALABRIA Per decisione della Corte d’appello di Reggio Calabria, passa da dieci a otto anni di reclusione, inclusa la continuazione con le precedenti condanne rimediate, la pena inflitta a Pas…

REGGIO CALABRIA Per decisione della Corte d’appello di Reggio Calabria, passa da dieci a otto anni di reclusione, inclusa la continuazione con le precedenti condanne rimediate, la pena inflitta a Pasquale Pitasi, considerato storico componente del clan Serraino e per questo condannato nel processo Epilogo.
La posizione di Pitasi, difeso dall’avvocato Giuseppe Nardo, era stata stralciata dal procedimento principale a causa dei gravi problemi di salute dell’imputato, che hanno reso impossibile partecipare al normale iter dibattimentale. Nonostante la richiesta del pg Danilo Riva di confermare la condanna rimediata in primo grado, la Corte sembra aver accolto le istanze difensive, calcolando la pena in continuazione con quella già incassata nel 2004 da Pitasi nel noto processo Olimpia.
Scaturito dalla maxi operazione che ha portato sul banco degli imputati le nuove leve del clan Serraino, insieme ad alcuni affiliati storici come lo stesso Pasquale Pitasi, il procedimento Epilogo ha superato sostanzialmente indenne i gradi di giudizio in cui è stato esaminato, confermando la tesi accusatoria. Dopo gli arresti e la morte del capo storico don Mico Serraino, il clan è stato in grado di rigenerarsi attraverso il cosiddetto “banco nuovo” – le nuove leve che, in perfetta continuità criminale, hanno proseguito la strada perseguita da nonni, zii, padri. Figure da inquadrare in un contesto criminale complesso, dove convivono una «’ndrangheta di apparenza e una ‘ndrangheta di sostanza», una ‘ndrangheta visibile e una invisibile, eterogenei per ruoli e comportamenti ma tutti funzionali alla sopravvivenza stessa dell’organizzazione.
a. c.