COSENZA «Gli accadimenti degli ultimi giorni con lo sgombero parziale della baraccopoli sul fiume Crati e il trasferimento degli occupanti del Ferrhotel, hanno prodotto un’accelerazione delle prevedibilissime criticità connesse all’inadeguatezza strutturale della tendopoli allestita dal Comune nella stazione di Vaglio Lise. “Anche se fosse provvisoria, e ci crediamo poco, i diritti fondamentali e la dignità umana possono essere sospesi così?”. La domanda che pone il referente di Amnesty International per la Calabria, Eugenio Naccarato, è più che legittima ma al momento non ha trovato risposta. Quello su cui invece ci sono ormai pochi dubbi, è il carattere discriminatorio di un’operazione che viola le garanzie previste dal diritto internazionale in materia di sgomberi». È quanto sostiene in un comunicato il Pse di Cosenza.
«Sorprendono la superficialità e l’avventatezza – si legge ancora nella nota – dimostrate nella gestione di una fase delicata. La tendopoli che doveva ospitare duecento persone si troverà a doverne accogliere quasi cinquecento con i rischi ben evidenziati dalle organizzazioni che hanno visitato la tendopoli giudicandola carente, sottodimensionata e non conforme allo scopo per cui è stata costruita. Invece di avviare a soluzione un problema che ha radici lontane e implicazioni sociali che non possono più essere sottaciute e tantomeno sottovalutate, questa tendopoli ha aggravato le problematiche di ordine pubblico e riacutizzato i conflitti mai del tutto sopiti con la popolazione del luogo».
«Sul versante amministrativo e politico – si legge ancora nella nota – c’è da rilevare l’irriducibile avversione di sindaco e giunta per il confronto e la ricerca di soluzioni condivise. Un muro che non è stato scalfito neanche dalle mani tese offerte dalle associazioni che collaborano con i rom nell’ambito di progetti di integrazione scolastica e inclusione sociale. Consapevoli dei rischi per la sicurezza e l’ordine pubblico e della necessità di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali ai cittadini che abitano la tendopoli, invitiamo ancora una volta il sindaco – conclude il Pse – ad aprire un canale di confronto con la popolazione rom e con i soggetti istituzionalmente competenti al fine di individuare soluzioni partecipate, condivise e capaci di evitare le violazioni dei diritti umani che sgomberi e tendopoli inevitabilmente si portano dietro».
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