Vibo, da 11 giorni sul tetto della Provincia
VIBO VALENTIA Sono arrivati ormai all’undicesimo giorno di occupazione, ma i dipendenti della Provincia di Vibo non sembrano avere alcuna intenzione di scendere dal tetto del palazzo di contrada Bito…

VIBO VALENTIA Sono arrivati ormai all’undicesimo giorno di occupazione, ma i dipendenti della Provincia di Vibo non sembrano avere alcuna intenzione di scendere dal tetto del palazzo di contrada Bitonto. Cederanno, ribadiscono, solo quando arriveranno risposte concrete: fatti, non annunci. Intanto, con l’arrivo della calura, cercano di organizzarsi in qualche modo per «allargare la zona d’ombra» e sottrarsi all’impietoso sole di luglio che rende ancora più pesante la loro protesta. I giorni continuano a passare, tra delusione e qualche fugace attimo di speranza, e su quel tetto fanno capolino un po’ tutti, tra politici e sindacalisti. I lavoratori hanno ricevuto anche la vicinanza di colleghi di amministrazioni provinciali geograficamente vicine, come quelle di Catanzaro, ma anche lontane, come i dipendenti dell’ente intermedio di Imperia. Anche il neoeletto presidente del consiglio comunale di Vibo, Stefano Luciano, è salito sul tetto e ha promesso che verrà convocata una seduta ad hoc dell’assise cittadina con il caso Provincia come unico punto all’ordine del giorno. C’è stata anche un’interrogazione parlamentare, sollecitata dal consigliere regionale Mangialavori e presentata dai parlamentari forzisti Galati, Occhiuto e Santelli. Ed è arrivata anche la solidarietà della Conferenza episcopale calabrese. Ma, oltre a tanti graditi attestati di vicinanza, di novità concrete per il loro futuro, finora, non c’è traccia. Nel 2015 hanno ricevuto solo gli stipendi di febbraio e marzo, ma restano ancora quattro mensilità arretrate e la tensione e lo sconforto crescono di giorno in giorno perché a molti di loro, che negli anni hanno contratto impegni finanziari, continuano ad arrivare pessime notizie dagli istituti di credito. E dopo i malori e i tentativi di suicidio, ogni telefonata rischia di trasformarsi in dramma.
Nei giorni scorsi il presidente dell’ente, Andrea Niglia, affiancato dal segretario cittadino del Pd, Stefano Soriano, ha incontrato a Roma Valentina Paris, responsabile enti locali della segreteria nazionale dem, che ha annunciato il suo arrivo a Vibo nei prossimi giorni. Dall’incontro sono emerse alcune possibili alternative per portare qualche euro nelle disastrate casse dell’ente, ma la fattibilità delle ipotesi messe in campo sul tavolo romano è ancora tutta da verificare. Si parla, per esempio, della possibilità di rientrare dal disavanzo non nell’arco di un anno, ma di tre, anche se essendo il dissesto datato 2013 servirebbe un’ulteriore dilazione. E si parla anche di uno stop al versamento delle rate dei mutui e di un piano di alienazione degli immobili in favore della Cassa depositi e prestiti. Si tratta di soluzioni ancora da vagliare. Nel frattempo, però, la realtà si fa sempre più cruda: oltre all’emergenza quotidiana che vivono i dipendenti e al blocco dei servizi, non ci sono più i soldi nemmeno per pagare l’assicurazione dei mezzi dell’ente, compresi quelli della polizia provinciale, che quindi, per adesso, restano fermi. Al pari delle rivendicazioni dei dipendenti e delle attività di un ente che, dopo due decenni di sprechi e clientele, si avvia verso un epilogo drammatico e grottesco al tempo stesso.
Sergio Pelaia
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