CATANZARO In totale sono quasi 170 gli anni di carcere inflitti in Appello agli imputati del processo scaturito dall’operazione “Gringia”, che vede alla sbarra 14 persone, tra le quali molte legate alla cosca Patania di Stefanaconi e coinvolte nella cruenta faida con il clan dei “Piscopisani”. La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha inflitto 20 anni a Mauro Uras (condannato all’ergastolo in primo grado), 13 anni a Vasvi Beluli (killer macedone diventato collaboratore di giustizia); 30 anni a Sebastiano Malavenda; 20 anni ciascuno a Francesco Alessandria e Andrea Patania; 14 anni a Nicola Figliuzzi; 8 anni e 4 mesi ciascuno a Giovanni Battista Bartolotta, Rosalino Pititto e Salvatore Lopreiato; 4 anni e 8 mesi ciascuno a Damiano e Antonio Caglioti; 3 anni e 4 mesi a Caterina Caglioti; 6 anni a Daniele Bono e 9 anni e 4 mesi ad Arben Ibrahimi (entrambi divenuti collaboratori di giustizia).
Al centro del processo c’erano alcuni degli episodi più eclatanti della faida che tra il 2011 e il 2012 si è consumata sull’asse Stefanaconi-Piscopio-Vibo Marina, tra cui gli omicidi di Giuseppe Matina (detto appunto “Gringia”), Davide Fortuna (ucciso in spiaggia mentre era con moglie e figli) e Francesco Scrugli, e i tentati omicidi dei “Piscopisani” Rosario Battaglia e Raffaele Moscato.
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