Quando le coccole diventano virtuali
REGGIO CALABRIA La traversa di via Giulia che ospita il “Malavenda Cafè” a Reggio Calabria, ha la fortuna di essere all’ombra. Di fronte al bar, tavolini e sedie sono occupati da chi, arrivato in ant…

REGGIO CALABRIA La traversa di via Giulia che ospita il “Malavenda Cafè” a Reggio Calabria, ha la fortuna di essere all’ombra. Di fronte al bar, tavolini e sedie sono occupati da chi, arrivato in anticipo, siede sorseggiando bevande fresche combattendo contro il caldo afoso di luglio, in attesa che cominci l’incontro previsto per le 18:30. L’evento, mirato alla presentazione di una nuova realtà imprenditoriale che nasce e cresce nella città dei Bronzi, la “Dreamlab srl”, ha come partner della serata Angelica Pirrello di azienda speciale In.for.ma della Camera di commercio di Reggio Calabria, soggetto attivo nel panorama della formazione di base in ambito aziendale e di crescita del tessuto imprenditoriale calabrese; e Francesco Biacca, cofondatore di “Evermind srl”, azienda attiva nel settore della comunicazione, del marketing e dello sviluppo software, mirato, in particolare, alla promozione turistica con base in Calabria, ma attiva nel resto d’Europa.
Quando tutti hanno preso posto, Menia distribuisce dei bigliettini “acchiappa sogni”, sui quali disegnare o scrivere il proprio desiderio, per poi consegnarlo a fine della conferenza.
Ad aprire l’incontro è Salvatore Salvaguardia. «Siamo qui per presentare “Dreamlab”, società fortemente voluta da Menia, Vito Caruso e da me». L’intento della “DreamLab” è Mammamenia.it , una piattaforma digitale fondata dai due giovani imprenditori reggini, Salvatore Salvaguardia e Menia Cutrupi appunto, che ha lo scopo di vendere “cofanetti di coccole”. È proprio quest’ultima a spiegare in cosa consiste. «L’evento di oggi ha due obiettivi: il primo è quello di presentarci come azienda, alla cittadinanza e al vicinato; il secondo è parlare del nostro laboratorio, dei sogni e anche del nostro progetto “Sostengo un sogno”. Il cofanetto di coccole può contenere tantissimi servizi che sono multi settoriali, personalizzabili e integrabili tra di loro. Questi servizi possono essere: apericoccole, colazioni di coccole e pranzo e/o cena di coccole. La colazione di coccole è una colazione comprendente dei fiori e, quando arrivi al bar, l’offerta della persona che ti ha regalato il pacchetto è lì ad attenderti: un buono estetico o una piega dal parrucchiere, un percorso benessere o giù di lì. Stessa cosa l’aperitivo, mentre per la cena, la persona viene accompagnata a prendersi cura di sé con i servizi benessere, per poi ritrovarsi a cena con i fiori nel ristorante. Il concetto di cofanetto di coccole non è legato molto a un valore economico, è molto accessibile. No, noi vogliamo che sia una cosa fatta con il cuore, pensata per quella determinata persona in base a quelli che sono i suoi gusti ». Salvatore e Menia hanno partecipato alla trasmissione – che ha portato per la prima volta le startup alla ribalta – “Shark Tank” di “Italia Uno”. Durante la puntata del 21 maggio 5 investitori hanno offerto per “Mammamenia.it” un deal da 120.000 euro in cambio del 35% della società. Questi soldi, però, non sono ancora stati incassati.
«Tutti siete a conoscenza della nostra partecipazione a “Shark Tank” – aggiunge Menia –. In quell’occasione loro ci hanno “promesso” un finanziamento che al momento non abbiamo ancora riscosso. Noi abbiamo ricevuto tante richieste di questi cofanetti e abbiamo deciso di andare comunque avanti a prescindere, perché è possibile che loro a novembre ci dicano “Tieni i soldi”, così come possiamo sentirci dire “No, noi non te li diamo”. Siccome crediamo nella validità di questo progetto, abbiamo deciso di presentarlo alle persone comuni, che saranno loro a usufruire di questa cosa, e inoltre di metterli nelle condizioni di contribuire con un piccolo gadget entrando a far parte di questo nostro piano futuro, perché noi crediamo che il successo di una start up dipenda dalle persone».
La “gamification” per Francesco Biacca sta alla base dell’ottimo lavoro di squadra. «Tutte le persone all’interno di un’azienda sono coinvolte alla stessa maniera nel lavoro – spiega il cofondatore dell’azienda reggina di comunicazione e marketing –. Noi di “Evermind” coniughiamo i semplici servizi web con quelli della comunicazione, soprattutto sul turismo. “Evermind” prende la sua prima struttura fisica dopo 5 anni di attività e qui si unisce con il lavoro dei sogni di Menia e Salvatore. Il nostro è quello di riuscire a far si che il lavoro, catalizzato da Roma in su, possa essere portato in Calabria». Angelica Pirrello, che dopo anni passati fuori dalla propria terra ha scelto di tornarci per dare una mano a giovani imprenditori, chiosa sull’entusiasmo del momento: «Mi piacerebbe pensare che questo vostro successo sia stato anche un nostro contributo. La cosa che percepisco sempre in chi si approccia a simili realtà, è che non c’è mai rassegnazione, ma voglia di fare, impegnandosi nello studio e nel lavoro».
Menia continua parlando del suo motto: “Più sogni, meno lagne = coccole”. «Per me sono molto importanti. È un voler dire “grazie” a qualcuno che ha fatto qualcosa per te». Esigenza voluta da una mamma per le mamme, questo progetto nasce quando Menia era ingegnere nell’azienda del padre. «Tornavo a casa dopo otto ore di lavoro in ufficio. Cercavo di far vedere fuori una perfezione inesistente. A fine giornata avevo bisogno di coccole. Il 30 dicembre del 2013, dopo un momento in cui mi sono messa in discussione, ho rivalutato la mia vita e ho capito che quello che facevo e chi ero non mi rendeva felice. Poi ho affrontato un cambiamento totale in cui ho perso tante cose. Sono una persona che si sacrifica tanto, però non mi interessa perché lo faccio con tutto il cuore, perché credo di stare costruendo qualcosa». Il sogno reale di questa giovane imprenditrice era avere dei figli a tal punto che, affetta da sclerosi multipla, ha rimandato la terapia, anche contro la volontà della propria famiglia, per diventare mamma. «Quando è nata mia figlia io non camminavo. La terapia l’ho iniziata solo qualche mese fa. Oggi voglio insegnare ai miei figli a non farsi fermare mai dalle ingiustizie e che “difficile”, non può essere “impossibile”. Io voglio seminare in Calabria, facendo attenzione al fatto che il tempo distrugge l’innovazione. Sento che questa è la strada giusta, perché mi sento in pace – continua –. La difficoltà maggiore è stata essere giudicata in quanto madre, come perditempo. C’è chi mi prende in giro perché vendo magliette, ma a me non importa. Non voglio più accontentarmi e vado avanti per la mia strada. Non ci sono guadagni, ancora. Se Dio vuole oggi fattureremo con i primi cofanetti. Tutto quello che ho avuto, compresa la mia disoccupazione, l’ho messo in questo progetto. I primi soldi guadagnati li ho investiti in questo. Tutti gli ostacoli che mi ritrovo davanti sono indicatori di tante cose, perché, anche se sembra andare tutto male, poi arriva quello spiraglio di possibilità che ti dice “Ce la puoi fare”. Quando entro in ufficio, seppur vuoto, per me è il posto più bello del mondo, perché abbiamo fatto tutto con le nostre forze e lì sembro ritrovarle».
Qualche metro più avanti, al civico 1/c , c’è la sede che la “Dreamlab” condivide con “Evermind”. Su una parete dello studio ci sono disegnati 2mila mattoncini con sopra i nomi dei primi sostenitori del progetto. Si chiama “Il muro dei sogni”. «”Il muro dei sogni” rappresenta il voler costruire questo sogno – spiega Menia –. Abbiamo fatto una media che entreranno, con ogni acquisto, 3,50 euro per ogni casella. Con 2mila mattoncini dovremmo arrivare a circa 7mila euro di entrate. Possiamo, con tale cifra, sviluppare almeno dei cofanetti da vendere su Roma e Milano». Ogni firma è un aiuto che i due imprenditori hanno ricevuto. Non solo contributi monetari, ma anche lavoro manuale. «C’è stato chi ha imbiancato o chi, come mio padre – che io considero l’imprenditore migliore del mondo –, ha donato una scrivania – continua Menia –. Non tutti hanno comprato qualcosa, ma hanno aiutato. Giorni fa non c’era Salvo e mi sentivo sola. Poi ho alzato la testa e ho visto queste firme e
ho pensato che tra poco sarà tutto pieno questo muro, che questo messaggio arriverà». In chiusura Giuseppe, figlio di Menia, raccoglie in una scatola i foglietti “acchiappa sogni” e li dà alla madre. A questa vengono legati dei palloncini “Dreamlab-mammamenia.it” che vengono liberati in cielo e con essi, simbolicamente, anche tutti i sogni custoditi all’interno della scatola. Un desiderio finale mette tutti d’accordo: «Vogliamo che Reggio – conclude Menia – non sia più la città della ‘ndrangheta, ma delle coccole. Che ne dite?».
Miriam Guinea
redazione@corrierecal.it