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La Regione "dimentica" i cacciatori

CATANZARO Quanto è dura la vita dei cacciatori in terra di Calabria. Tra crisi economica – che ha tagliato di molto le risorse a disposizione per gli appassionati – e pastoie amministrative, “prender…

Pubblicato il: 23/07/2015 – 16:53
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La Regione "dimentica" i cacciatori

CATANZARO Quanto è dura la vita dei cacciatori in terra di Calabria. Tra crisi economica – che ha tagliato di molto le risorse a disposizione per gli appassionati – e pastoie amministrative, “prendere” una doppietta nella nostra regione è divenuta una missione impossibile. Con un’aggravante, quest’anno: l’impossibilità di fatto per i neofiti di ottenere un permesso di caccia. La Regione ha infatti revocato la delega alle Province – enti che finora si occupavano di istruire le pratiche e organizzare le sessioni d’esame per l’abilitazione all’esercizio venatorio – senza al contempo decidere chi deve fare cosa. Conseguenza di questo stato di cose è che sono diverse le richieste di ottenere licenze di caccia che pendono nelle cinque province. Formalmente le istanze dovrebbero essere rinviate al dipartimento regionale Agricoltura, deputato ad occuparsi del settore. Il condizionale è d’obbligo visto che neppure gli appassionati conoscono quale esito abbiano fatto realmente le pratiche.
Così come nessun specifico iter è stato previsto per quanti desiderano ottenere il permesso di caccia. Azzerate le deleghe e le commissioni esaminatrici provinciali – che si occupavano di valutare le domande – la Regione non ha provveduto a stabilire niente in materia. Per questo motivo, in assenza di specifiche indicazioni, al cacciatore in erba non resta che sperare nel futuro.

Senza contare i ritardi nell’approvazione del calendario venatorio. La Consulta – struttura costituita da membri regionali, delle associazioni venatorie, ambientaliste e delle organizzazioni degli agricoltori e deputata a dare il parere vincolante per l’approvazione del piano – è stata nominata in ritardo. E addirittura la prima riunione della Consulta si è svolta, quest’anno, dopo la scadenza prevista dalla legge regionale del settore per il varo del calendario venatorio: cioè il 15 giugno. Ne è conseguito che la Calabria ancora non ha un suo calendario. «Per la verità una circostanza che ormai si ripete ogni anno», afferma Francesco Felicetta, presidente regionale dell’Associazione nazionale libera caccia (Anlc). Ma che alla luce di altre problematiche che vive il settore dimostra «come la materia – sostiene Felicetta – sia di fatto abbandonato a se stessa». Il presidente dell’Anlc rivendica per questo, «maggiore presenza della Regione». E cita un’altra criticità: «Anche se volesse mettere seriamente mano al settore – denuncia – la Calabria si trova ad operare con Piani faunistici scaduti da un anno. Senza contare che manca anche un assessore delegato con ampi poteri».

 

Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it

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