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IL SACCO DELLA SANITÀ | Chi ha coperto il "sistema"?

REGGIO CALABRIA Questa storia, che apre alla possibilità di recuperare milioni di euro per le esangui casse della sanità reggina, è iniziata da un incontro. A Catanzaro, il commissario dell’Asp Santo…

Pubblicato il: 25/07/2015 – 16:01
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IL SACCO DELLA SANITÀ | Chi ha coperto il "sistema"?

REGGIO CALABRIA Questa storia, che apre alla possibilità di recuperare milioni di euro per le esangui casse della sanità reggina, è iniziata da un incontro. A Catanzaro, il commissario dell’Asp Santo Gioffrè incontra Massimo Scura e Andrea Urbani, commissario e subcommissario al Piano di rientro. E spiega loro che negli uffici amministrativi dell’Azienda regnano il caos e la “disorganizzazione organizzata”. Impossibile pensare, in quelle condizioni, di regolarizzare la contabilità e badare ai pagamenti dell’enorme debito dell’azienda. Impossibile, anche se a disposizione ci sono 200 milioni di euro. Impossibile, anche se su quegli stessi conti avrebbe dovuto vigilare, negli anni passati, l’advisor Kpmg, scelto dal ministero dell’Economia e “adottato” dal dipartimento Salute della Regione. È uno dei primi incontri tra i tre. Ma il rapporto continua. A metà aprile, Scura va a Reggio Calabria e parla con il responsabile della Ragioneria: questi gli dice che non inserirà in contabilità neppure una fattura. Un buco nell’acqua, ma la ricognizione sui conti è necessaria, e il commissario cerca all’interno dell’azienda una persona capace di avviarla e portarla a termine. Per la verità la trova pure: un funzionario si offre di fare da soggetto attuatore, con il potere di sostituirsi agli uffici e affrontare la questione. Il decreto di nomina è già pronto, quando la stessa persona decide di fare marcia indietro: non se la sente più. Anche il direttore amministrativo non ne vuole sapere. Questo fa sorgere nei commissari il dubbio che la questione non sia puramente tecnica ma abbia radici “ambientali”. Gioffrè interviene: allontana il dirigente della Ragioneria e “invita” il dirigente del settore amministrativo a farsi da parte. Bisogna cercare all’esterno: l’advisor fa il nome di Pietro Evangelista, il professionista il cui contratto da 600 euro al giorno ha fatto molto discutere. Evangelista non ci pensa su due volte: accetta. La sottoscrizione dell’incarico si fa urgente, anche perché emerge una fattura da 6 milioni di euro che l’Asp ha rischiato di pagare per una seconda volta. Un salasso evitato in extremis e già denunciato alla Procura della Repubblica: era stato Paolo Gangemi, ex manager – recentemente deceduto – dell’azienda ospedaliera di Cosenza ma in passato anche amministratore di Villa Aurora, a segnalare a Gioffrè, in una conversazione privata, che stava per pagare due volte la stessa somma in vantaggio di Villa Aurora, clinica privata che nel frattempo era passata di mano a nuovi proprietari laziali.

È l’inizio di un percorso che porterà a scoprire, grazie al lavoro di registrazione in contabilità dei pagamenti già fatti dalla Bde (Bad debt entity, l’unità che in Calabria si è occupata del pagamento dei debiti pregressi), che ci sono fatture pagate due volte per circa 2 milioni di euro. Il commissario dell’Asp si attiva per recuperare le somme. Chiede di essere affiancato da due avvocati di fiducia, il cui lavoro costa, tutto compreso, circa 38 mila euro.
Pochi passaggi dimostrano, dunque, che l’impossibilità di venire a capo del sistema di pagamento delle fatture era un falso storico, utilissimo a mantenere attivi gli appetiti che hanno affossato la sanità reggina (e non solo quella). Per la prima volta da anni, nell’Asp diventa possibile capire quali fatture venivano pagate a seguito dei decreti ingiuntivi, dei pignoramenti e delle assegnazioni. Tanto per capire l’entità del problema, bisogna considerare che nella contabilità dell’Asp reggina ci sono 395,6 milioni di euro di pagamenti non accoppiati a fatture. Un’enormità. Il lavoro continua. È a questo punto che inizia l’opera di ricognizione assieme alla Bnl, che farà venire alla luce i pignoramenti monstre e le (altre) fatture pagate due volte. In poche settimane si recuperano due milioni di euro già pagati, si evita il doppio pagamento di 6 milioni di fatture a Villa Aurora, si blocca il pagamento non verificato di 10 milioni di euro. E chi, nelle stanze dell’Asp, ha coperto il “sistema” inizia a tremare. (2. fine)

 

Pablo Petrasso

p.petrasso@corrierecal.it

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