Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 19:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Rinvio dell'assemblea Pd (il 15esimo)

LAMEZIA TERME A questo punto è record: per la quindicesima volta nell’era Magorno-Vallone salta l’assemblea del Pd calabrese. Nemmeno quella di venerdì 31 sarà la volta buona. È il terzo rinvio in tr…

Pubblicato il: 29/07/2015 – 15:22
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Rinvio dell'assemblea Pd (il 15esimo)

LAMEZIA TERME A questo punto è record: per la quindicesima volta nell’era Magorno-Vallone salta l’assemblea del Pd calabrese. Nemmeno quella di venerdì 31 sarà la volta buona. È il terzo rinvio in tre settimane (ufficialmente il nuovo posticipo sarà motivato con la necessità, per i parlamentari, di assicurare la loro presenza a Roma e per l’urgenza dei vertici nazionali di risolvere il caos scoppiato in Sicilia), segno che in casa dem la macchina organizzativa non gode di ottima salute.
Il segretario regionale e il presidente del partito calabrese cercano di minimizzare, cercando di spostare l’attenzione sul buon risultato ottenuto in consiglio regionale dove la maggioranza ha dimostrato compattezza nell’elezione del renziano Nicola Irto alla presidenza. E allora meglio non rovinare (l’apparente?) clima di unità faticosamente ritrovato dopo le tensioni e le lacerazioni che hanno accompagnato il varo della nuova giunta regionale.
Aprire un dibattito in assemblea avrebbe potuto esporre lo stato maggiore del partito a una sorta di “processo” dalle conseguenze imprevedibili. Soprattutto per il governatore Mario Oliverio, le cui scelte sono state mal digerite soprattutto di una larga parte dei “Giovani turchi” e dalla componente socialista del Pse vicina a Carlo Guccione, dai fedelissimi di Vincenzo Ciconte e da una serie di sindaci del Crotonese, che hanno i loro riferimenti in Vallone e Nicodemo Oliverio.
Insomma, il rinvio fa comodo a Magorno e Oliverio (Mario), i cui destini politici sembrano essere sempre più legati.
Al Nazareno non fanno drammi per l’ennesimo rinvio, consapevoli che il partito calabrese è sempre una polveriera. Certo, c’è la necessità di invertire la rotta e in questa direzione si sarebbe fatto sentire soprattutto Lorenzo Guerini, il plenipotenziario dj Matteo Renzi che in questi mesi ha curato la pratiche più spinose del Pd calabrese. Guerini ma non solo. Perché anche Marco Minniti avrebbe chiesto a Magorno una maggiore incisività nell’azione di guida del partito.
Quanto ai colonnelli calabresi, c’è chi non manca di far notare che, nonostante gli annunci, ancora Magorno non ha proceduto alla nomina della segreteria. Sono passati diciassette mesi dal congresso regionale, ma dell’organo di autogoverno del partito non c’è nemmeno l’ombra. A reclamare spazio sono soprattutto gli esponenti della minoranza interna, ma anche nel correntone renziano avanza qualche mugugno sul mancato coinvolgimento nella gestione della “ditta”.
Così si va al rompete le righe, evitando il confronto interno. Ma non è detto che la tecnica del rinvio sia quella vincente per cercare di imporre la propria linea.

 

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

x

x