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Il prete dei misteri "battezza" la dieta mediterranea

REGGIO CALABRIA «Non bisogna indugiare, la politica deve arrivare a una conclusione pratica: tutta l’umanità potrebbe trarre benefici dalla legge sulla dieta Mediterranea». Orlandino Greco e Franco S…

Pubblicato il: 03/08/2015 – 14:03
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Il prete dei misteri "battezza" la dieta mediterranea

REGGIO CALABRIA «Non bisogna indugiare, la politica deve arrivare a una conclusione pratica: tutta l’umanità potrebbe trarre benefici dalla legge sulla dieta Mediterranea». Orlandino Greco e Franco Sergio non potevano sperare in parole più accalorate a sostegno del loro progetto di legge. Le ha pronunciate questa mattina, durante una conferenza stampa sul tema, un prelato sconosciuto ai più. Un uomo di Chiesa apparentemente anonimo, ma il cui nome riecheggia in uno dei periodi più torbidi e oscuri della storia del Vaticano, quello del crack del Banco Ambrosiano. È Hilary Franco, alias Carmelo Ilario Franco, noto anche come “monsignore a nove zeri”.
Il presule è passato alle cronache degli anni 80 come l’uomo che presentò Roberto Calvi al cardinale e direttore dello Ior Paul Marcinkus, entrambi poi finiti al centro di scandali finanziari che vedevano tra i protagonisti anche personaggi come il “banchiere di Dio” Michele Sindona e il venerabile maestro della loggia P2, Licio Gelli.

 

LA CONFERENZA Accanto a Orlandino Greco e Franco Sergio, autori del testo sulla Dieta mediterranea, c’erano il neo presidente del Consiglio Nicola Irto, l’agronomo Giuseppe Perri, il nutrizionista Daniele Basta, l’economista Felice Spingola e il direttore della Scuola di specializzazione in Scienze dell’alimentazione dell’Università Tor Vergata di Roma, Antonino De Lorenzo. Proprio quest’ultimo, durante la conferenza stampa, invita al tavolo dei relatori un collaboratore della Scuola: il monsignore di origini calabresi Franco, che mostra subito il suo entusiasmo per la proposta dei due consiglieri regionali. «Ritengo – spiega agli (inconsapevoli) uditori – che tutto il mondo dovrebbe prendere in considerazione questo argomento».

 

CHI È FRANCO Nel maggio dell”87, Hilary Franco viene assolto per insufficienza di prove dall’accusa di costituzione di capitali illeciti all’estero. La pubblica accusa aveva chiesto la sua condanna a tre anni di reclusione e una maxi-multa di 21 miliardi di lire. Alcuni anni prima, tre cittadini americani – Aharon Peery, Bernard Samuel e Richard Osserman – si erano presentati nell’ufficio del presule, all’epoca segretario del vescovo americano Sheen, per proporgli un’iniziativa contro la fame nel Terzo mondo. In cambio chiedevano un aiuto alle autorità ecclesiastiche, in particolare per alcuni investimenti immobiliari a New York e in Florida.
Poco tempo dopo uno di loro prega Franco di aprire un conto corrente bancario, dopo avergli consegnato 10 milioni di lire. L’alto prelato accetta e stacca cinque titoli di credito in bianco dal blocchetto degli assegni. Le cifre sono da capogiro: tre assegni dal valore di oltre 22 miliardi vengono dati in garanzia alle banche Usa che avevano anticipato fondi ai tre americani. Per la Procura di Roma si tratta di costituzione di capitali all’estero. Franco viene rinviato a giudizio insieme ai tre uomini d’affari.

 

TRA CALVI E IL VATICANO Già parroco della chiesa di Saint Augustin di Yonkers a New York, autore del volume “Bishop Fulton J.Sheen, mentor and friend”, dedicato al vescovo di cui fu segretario, Franco compare nelle pagine del libro “La Santa casta della Chiesa – I peccati del Vaticano” di Claudio Rendina. Il passaggio riguarda la storia (quella conosciuta) del Banco ambrosiano di Calvi. «Ma un anno dopo, nel 1985 – scrive Rendina –, è arrestato negli Stati Uniti Francesco Pazienza, per associazione e concorso nella bancarotta dell’Ambrosiano; e viene arrestato in Italia Pippo Calò, legato alla banda della Magliana e indicato come uno dei mandanti dell’omicidio di Calvi. Pazienza sarà estradato in Italia. Da lui si viene a sapere che i disperati appelli del presidente del Banco Ambrosiano sono stati mediati dal cardinale Pietro Palazzini, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, e da monsignor Hilary Franco, “officiante minore” presso la Congregazione del clero. Antonio Carlucci, su “Panorama” del 16 febbraio 1986, parla di quest’ultimo come del “monsignore a nove zeri”; il prelato “un giorno di giugno del 1985, durante un soggiorno a New York, tirò fuori dalla tonaca un libretto di assegni, ne riempì uno e lo consegnò a un uomo d’affari americano”. È la storia di un assegno di 20 miliardi, in realtà mai incassato perché sul conto di Franco non c’erano i fondi sufficienti per arrivare a quella cifra. Questa la sua difesa: non c’era stato nessun tentativo di esportazione di denaro. Lui, pastore di anime e non finanziere (o ancora peggio contrabbandiere di denaro), era caduto in un perfido tranello truffaldino. Insomma era la vittima di un raggiro. Come Marcinkus».
Ora il “prete dei misteri” presenta la Dieta mediterranea calabrese. Un altro bel mistero.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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