Indagine Sacal, nel mirino le assunzioni sospette
LAMEZIA TERME Erano tante le segnalazioni che nelle ultime settimane la Procura di Lamezia Terme, guidata da Domenico Prestinenzi, stava registrando in merito alle assunzioni fatte dalla società Saca…

LAMEZIA TERME Erano tante le segnalazioni che nelle ultime settimane la Procura di Lamezia Terme, guidata da Domenico Prestinenzi, stava registrando in merito alle assunzioni fatte dalla società Sacal. Questa mattina polizia e Guardia di finanza hanno passato al setaccio gli uffici della società che gestisce l’aeroporto di Lamezia. Dalle prime indiscrezioni, l’ipotesi di reato su cui il pm Marta Agostino sta cercando riscontri è di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta. Tra gli indagati figurerebbe pure il presidente del cda di Sacal, Massimo Colosimo.
E pare che, tra le svariate segnalazioni su assunzioni e appalti sospetti, che hanno fatto scattare la perquisizione di oggi, non sia passato affatto inosservato il battibecco a mezzo stampa avvenuto fra il presidente del cda della Sacal, Massimo Colosimo, e il consigliere comunale di Lamezia Terme Francesco Ruberto (eletto nella lista Pasqualino Ruberto sindaco) che è anche consigliere delegato al Turismo della Provincia di Catanzaro.
Quest’ultimo, il 19 luglio scorso, annunciava la presentazione di un’interpellanza sulle possibili assunzioni della Sacal spa al presidente dell’amministrazione provinciale di Catanzaro e al sindaco di Lamezia. «È emerso, in seguito a una riunione interna di Sacal spa che, nei prossimi giorni si attiveranno le procedure per selezionare di 18 unità lavorative attraverso il progetto Garanzia giovani. La Sacal è stata destinataria di un contributo regionale finalizzato all’apertura di un punto di informazione turistica. La Sacal intende gestire il punto informativo attraverso risorse interne», premetteva Ruberto nella sua interpellanza.
In base a ciò il consigliere chiedeva agli interpellati di volersi attivare con urgenza per conoscere: «Quale tipi di canali sono stati attivati al fine di dare ampia informativa, a tutti i giovani potenzialmente interessati per l’importante progetto che si intende avviare, finalizzato all’impiego di 18 unità lavorative attraverso degli stage formativi. La somma e la finalità del progetto promosso dalla Regione Calabria. Se la Sacal , in base alla legge 8 del 2008 sul Turismo, possiede tutti i requisiti per attivare uno sportello Iat Informazioni ed accoglienza turistica». Immediata la replica di Mancuso, che oggi risulterebbe tra le persone indagate nell’inchiesta della Procura, coordinata dal sostituto procuratore Marta Agostini. Colosimo in una nota chiariva la sua posizione e concludeva: «Se occorrerà difendersi ancora da illazioni e da una falsa, distorta e diffamatoria informazione non esiteremo ad interpellare la magistratura penale contro chiunque voglia meschinamente turbare il corretto e sano svolgimento delle attività aziendali». La controreplica di Ruberto arriva a stretto giro di posta: «La Sacal é un ente a partecipazione mista, pubblica e privata. La trasparenza, pertanto, é semplicemente richiesta per legge e la sua carica, all’interno della Sacal, é prettamente politica, attraverso una nomina diretta: si limiti, quindi, a svolgere al meglio le sue mansioni, senza minacciare di ricorrere sulla magistratura se un consigliere, eletto al contrario di lui in maniera democratica dal popolo, chiede spiegazioni in merito ad un iter di assunzioni». E concludeva con alcune domande: «Da quel che risulta, il centro per l’impiego ha mandato un elenco per ogni profilo e Sacal ha detto quali erano i soggetti da convenzionare. Secondo quali criteri la Sacal ha scelto chi convenzionare? È possibile capire come sia avvenuto tutto l’iter? Questo vogliamo sapere». Uno scambio di battute che non avrebbe lasciato indifferenti gli inquirenti che questa mattina hanno effettuato una perquisizione nella sede della Sacal effettuando anche il sequestro di materiale informatico e no.
GLI INDAGATI Sul registro degli indagati è stato iscritto tutto il vertice della Sacal. C’è il presidente Massimo Colosimo, imprenditore di Catanzaro, insieme al suo ex vice Giampaolo Bevilacqua, condannato qualche settimana fa per concorso esterno in associazione mafiosa con il clan Giampà. E poi Giuseppe Gatto e Floriano Noto, anche loro imprenditori catanzarese (Gatto è l’ex presidente di Confindustria Catanzaro, Noto si occupa di grande distribuzione). Tra gli indagati anche il direttore generale Pierluigi Mancuso, i dirigenti Ester Michienzi, Eugenio Sonni e Filippo Malafarina e il dipendente Antonio Silipo.
ale.tru.