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I 133 precari nella "giungla" dell'Asp di Cosenza

COSENZA I “fantasmi” in servizio nel dipartimento Lavoro della Regione (ne abbiamo scritto qui) sono una stortura inedita nella burocrazia regionale. Ma, purtroppo, non sono un caso unico in Calabr…

Pubblicato il: 08/08/2015 – 9:07
I 133 precari nella "giungla" dell'Asp di Cosenza

COSENZA I “fantasmi” in servizio nel dipartimento Lavoro della Regione (ne abbiamo scritto qui) sono una stortura inedita nella burocrazia regionale. Ma, purtroppo, non sono un caso unico in Calabria. Ce ne sono altri, assai più “famosi”, al centro delle cronache da nove mesi. Sulla loro assunzione – ma non si può davvero definire tale, come risulterà chiaro tra poco – all’Asp di Cosenza nel periodo pre-elettorale è stata aperta anche un’inchiesta da parte della Procura bruzia. L’indagine va avanti da mesi, così come la presenza dei precari nelle stanze dell’Azienda. Sono stati pescati da un elenco inviato all’Asp dal dipartimento Lavoro che non era la lista ufficiale dei precari storici.

La burocrazia regionale lo aveva formulato basandosi sui criteri di interpretazione di una legge regionale, criteri promossi da una norma incardinata grazie ai consiglieri Fausto Orsomarso e Carlo Guccione. Questo per ricostruire la genesi di una questione i cui contorni ancora sfuggono. Le carte, però, continuano a filtrare dall’Asp. Una in particolare spiega come avvenivano prese in servizio e spostamenti dei precari convocati. La lettera del 19 gennaio scorso ne è un esempio perfetto. L’ordine del dirigente è netto: «La presente per comunicarle che il signor X (evitiamo di aggiungere il nome per questioni di riservatezza, ndr), inserito tra i lavoratori che possono essere utilizzati dall’Asp di Cosenza (elenco del dipartimento 1 dell’assessorato al Lavoro) è assegnato all’Unità operativa complessa da lei diretta».

Nessun dubbio, insomma. Anche se – già all’epoca – la procedura era finita nel mirino della Procura. Anche se parte di quei lavoratori non avevano firmato alcun contratto. Un piccolo avamposto nella giungla: questo appare l’Asp di Cosenza agli occhi di alcuni di quei precari.

Parte di quel paradosso è stato raccontato qualche giorno fa dalle colonne del Garantista. L’arrivo nell’Azienda sanitaria non sarebbe stato un grosso affare per i “dipendenti”, che non avrebbero incassato neanche un euro, nonostante le quattro ore al giorno di lavoro nelle mansioni più varie. Quasi nove mesi senza stipendio.

La giungla è così fitta che non si capisce neanche più quanti siano i precari rimasti negli uffici: alcuni hanno messo da parte la speranza di una vera e propria assunzione e sono andati a cercare un’occupazione altrove. Gli altri si aggirano come “fantasmi” amministrativi, perché sul piano pratico danno una mano eccome alle attività dell’Azienda: «Siamo in attesa che si faccia chiarezza – ci spiega un precario chiedendo l’anonimato –. Qualche tempo fa sembrava si fossero aperte delle possibilità per la nostra effettiva assunzione, poi si è bloccato tutto. Adesso i sindacati stanno trattando con i dirigenti dell’Asp. Ma dopo nove mesi la situazione è diventata assurda. In realtà – spiega non siano neppure censiti nel sistema elettronico di rilevamento delle presenze. Ci limitiamo a firmare un foglio che poi arriva sul tavolo del management». Li hanno inseriti in un elenco, convocati a pochi giorni dalle elezioni e poi lasciati a vagare come abusivi nei corridoi dell’Asp. Al tentativo di lottare contro la disoccupazione manca solo un dettaglio: lo stipendio.

 

Pablo Petrasso

p.petrasso@corrierecal.it

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