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La guerra sotterranea di Guccione

CATANZARO «La nuova giunta va sostenuta, perché un suo fallimento rappresenterebbe una sconfitta di tutta la nostra esperienza governativa». Mario Oliverio, durante l’ultima seduta del consiglio regi…

Pubblicato il: 10/08/2015 – 10:34
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La guerra sotterranea di Guccione

CATANZARO «La nuova giunta va sostenuta, perché un suo fallimento rappresenterebbe una sconfitta di tutta la nostra esperienza governativa». Mario Oliverio, durante l’ultima seduta del consiglio regionale, aveva tirato un sospiro di sollievo a sentire queste parole: l’amico Carlo Guccione, nonostante la sua fuoriuscita dall’esecutivo, rimaneva un alleato solido su cui fare affidamento. Mai analisi fu più ottimistica. L’ex assessore – nonostante le dichiarazioni ecumeniche in aula – di fatto non perde giorno o occasione per attaccare il governatore e sottolineare i suoi sbagli. Uno stillicidio di comunicati giornalieri, firmati in prima persona o affidati ai membri del suo inner circle, per ribadire che Oliverio pecca in sanità; traballa con le società in house; non rispetta la legge sulle Asi. Eccetera eccetera.
Il consigliere più votato alle ultime regionali è diventato, subito dopo lo scoppio di Rimborsopoli e la sua non riconferma nella nuova giunta dei tecnici, il peggior (o il migliore, dipende dai punti di vista) oppositore della giunta Oliverio. Si rassegnino Tallini e Orsomarso (gruppo Misto di matrice forzista), i due consiglieri regionali (finora) più critici: la guerriglia antigovernativa più efficace la stanno firmando i kalashnikov di Guccione e del suo manipolo di seguaci.

 

Il PRETESTO ASI Ieri, in una caotica e afosa domenica d’agosto, la sortita sulle Asi. Guccione diffonde il comunicato: «Sarebbe interessante oltre che utile e necessario, conoscere il motivo per cui ancora oggi, nonostante non vi siano problemi di natura tecnico-giuridica, non sia stato firmato il decreto che prevede la chiusura delle cinque Asi calabresi e la costituzione del Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive (Corap)». Domanda politica legittima, seguita da un’altra sicuramente meno retorica: «Forse a bloccare la firma del decreto da parte del presidente della giunta regionale (l'”amico” Mario, ndr) sono stati i soliti poteri forti che hanno ridotto la Calabria in queste condizioni?».
L’ex assessore, in carica per 8 mesi, conosce la macchina amministrativa dall’interno; e colpisce dove fa più male. «Vi è una legge che imponeva alla giunta regionale, entro il 31 luglio 2015, la chiusura delle Asi, la costituzione del Corap e la liquidazione definitiva di altri enti che hanno sperperato quasi 1 miliardo di euro (…) È grave che agli annunci non seguano i fatti. Renzi ha ragione quando dice che per salvare il Mezzogiorno servono meno chiacchiere e più scelte». Ma quando è guerra, anche i pretoriani prendono parte alla contesa. Nella stessa caotica e afosa domenica d’agosto, Luigi Guglielmelli, segretario provinciale del Pd cosentino e fedelissimo di Oliverio, si mette davanti alla tastiera e formula una piccata difesa d’ufficio: «Guccione avrebbe dovuto spiegare perché egli stesso, pur essendo stato assessore al ramo competente fino al 21 luglio, ovvero qualche giorno prima del 31 luglio, non ha portato a compimento l’accorpamento delle Asi nelle settimane precedenti. Altrettanto avrebbe potuto fare per altre società in house e strumenti come Fincalabra, sottoposti al controllo del dipartimento di cui egli stesso è stato assessore». Il giovane avvocato dem, sempre in prima linea quando c’è da creare ex novo polemiche (o reagire ad esse), ritiene «fondato il sospetto che nel lasciarsi andare a queste sterili polemiche Guccione stia reagendo in maniera scomposta e politicamente sbagliata alla scelta che necessariamente e giustamente il presidente Oliverio ha dovuto fare per la composizione della nuova giunta regionale». Di questo si parla, in fondo. Le singole questioni amministrative o politiche appaiono sempre più come alibi per smaltire rancori o anche per sollecitare ripensamenti.
Stamattina, in un ancora più afoso (ma meno caotico) lunedì d’agosto, arriva la replica di Guccione a Guglielmelli: «Qualcuno ha deciso di far fare brutta figura al presidente della giunta regionale della Calabria in merito alla vicenda della chiusura delle Asi e della costituzione del Corap. Tutti gli atti propedeutici alla chiusura e alla costituzione del nuovo ente per lo sviluppo industriale della Calabria sono stati effettuati dal commissario nominato qualche mese fa dalla giunta regionale (…)
Sono oltre due settimane che sul tavolo del presidente Oliverio giace questa documentazione con il decreto presidenziale previsto per legge e necessario alla costituzione degli organismi del nuovo ente che sostituirà le Asi» (…) La politica deve fare la sua parte, i tecnici hanno fatto la loro. Meno chiacchiere e più fatti concreti».

 

I GUCCIONE’S Continua così da giorni. E quando Guccione mostra il fiato corto, ecco le esternazioni al cianuro di Giuseppe Mazzuca, esponente del Pse cosentino e braccio destro dell’ex assessore (era stato pure inserito nella sua struttura in Regione). La metroleggera di Cosenza? Sparita dall’orizzonte, dice. La sanità? Un disastro targato Oliverio-Scura. E poi importa se il governatore abbia quasi nessuna voce in capitolo in un comparto commissariato: lo sta gestendo comunque «malissimo». Per Mazzuca, il presidente della giunta «non può evadere dalle responsabilità politiche di questo caos gestionale».

 

LE IN HOUSE E poi c’è l’eterna questione delle società in house della Regione: indebitate, clientelari, disorganizzate, carrozzoni ingestibili. L’ex titolare al Lavoro, anche in questo campo, usa il fioretto per dare addosso a Oliverio. Denuncia gli ammanchi in Calabria Lavoro e Field, parla degli oltre 100 milioni di Fincalabra spostati da un conto corrente all’altro, oltre ai 20 di capitale sociale bruciato e alle perdite accumulate arrivate a 5,7.
Non sono “guasti” attribuibili esclusivamente all’amministrazione Oliverio, Guccione lo sa bene. Ma lui li mette comunque in fila e sollecita una perestrojka immediata. Ogni scusa è buona per mettere Mario con le spalle al muro.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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