CATANZARO Prima li selezionano per i progetti, poi – dopo anni di lavoro –, si accorgono che non possiedono i requisiti richiesti. Che si fa, allora? La Regione ha una soluzione semplice: tagliano tutti gli stipendi, arretrati per giunta. Per gli ex dipendenti di Calabria etica è una nuova beffa. Hanno scritto anche al governatore Oliverio, ma finora non hanno avuto né risposte né soldi.
Nel nuovo caos burocratico ci sono i lavoratori già in servizio in Field e in seguito transitati nella Fondazione-lavorificio per portare avanti il progetto di accompagnamento ai beneficiari e ai destinatari del Por Calabria Fse 2007\2013. Questi dipendenti erano in servizio da molto tempo prima delle elezioni del 2014, quando la società “in house” ha sottoscritto centinaia e centinaia di contratti di collaborazione a pochi giorni dal voto. Vicenda, questa, che (dopo le rivelazioni del Corriere della Calabria) ha portato all’allontanamento dell’ex presidente e candidato sindaco alle amministrative di Lamezia Terme, Pasqualino Ruberto, al commissariamento e alla messa in liquidazione della Fondazione e, infine, all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Catanzaro. Nel registro degli indagati sono finite in tutto 13 persone, tra cui lo stesso Ruberto (che deve rispondere di abuso d’ufficio e peculato), l’ex dg del dipartimento Lavoro, Vincenzo Caserta, i revisori dei conti e i membri delle commissioni esaminatrici che hanno selezionato il personale.
GLI ARRETRATI Gli addetti al Por terminano le loro attività il 26 giugno 2015. A quella data avanzano ancora le retribuzioni riferite ai mesi che vanno da marzo a giugno. Quattro stipendi in tutto. I lavoratori protestano, si informano, chiedono di avere quanto gli spetta. Una svolta sembra arrivare a novembre, con un decreto della Regione (il 12908 del 17 novembre) che liquida più di 285mila euro a favore di Calabria etica, che ha già in cassa altri 154mila euro come residui delle precedenti erogazioni riferite allo stesso progetto di lavoro. Cifre che avrebbero consentito il saldo degli arretrati, ma qualcosa va storto. Gli ex collaboratori prima si sentono dire che, nonostante anni di lavoro, in Fondazione non si trova la documentazione che comprova lo svolgimento delle loro attività (time-sheet mensili e report trimestrali); poi che non è avvenuto l’accredito delle somme relative al decreto della Regione. E, infine, la beffa vera e propria, quando l’ufficio controlli del dipartimento 10 – su disposizione del dg Antonio De Marco – rileva la mancanza dei requisiti di accesso alle funzioni previste dal progetto per alcuni collaboratori. Tutti ex dipendenti che avevano già lavorato per anni in Field e nello stesso dipartimento. E che, in base a una relazione a firma dei responsabili dei progetti (e trasmessa con regolare nota protocollata allo stesso De Marco e al commissario di Calabria etica, Valerio Donato), risultano essere perfettamente in regola.
Niente da fare: dipartimento e Fondazione hanno deciso di procedere comunque con i tagli agli stipendi, che saranno sostanziali oppure, nella peggiore delle ipotesi, totali, nel caso di quei lavoratori considerati “non idonei”.
LE CONSEGUENZE I tagli «comporteranno di fatto una decertificazione della spesa a valere sul Por 2007-2013, in quanto il progetto era finanziato con tali fondi», scrivono gli ex dipendenti nella lettera inviata a Oliverio. Mancati pagamenti che, in seguito, andranno a essere onorati con i fondi del bilancio regionale, «per cui il mancato utilizzo dei Por saranno oggetto di interesse per la Corte dei conti», sottolineano ancora.
L’ULTIMA BEFFA Oltre ai stipendi arretrati, agli ex collaboratori per l’assistenza al Por era stato garantito anche un rinnovo contrattuale. A margine della conferenza dei sindaci della Calabria, avvenuta a Lamezia lo scorso 15 luglio, gli ex lavoratori erano stati confortati proprio da De Marco, che «dava ampie rassicurazioni sul pagamento degli emolumenti arretrati, ribadendo che non vi erano motivi per provvedere al saldo in quanto tali pagamenti ricadevano nelle competenze del fondi Ue, e quindi non sussistevano impedimenti a che ciò fosse fatto».
Inoltre, interpellato sulla questione dei rinnovi contrattuali, il dg avrebbe asserito che – in quanto gli ex collaboratori facevano parte di un gruppo di lavoro presente da anni in dipartimento, e quindi non facevano parte dell'”infornata” pre-elettorale –
«non dovessero essere disperse le professionalità e le competenze acquisite nel corso degli anni nella Regione Calabria». Ma, per il momento, gli ex lavoratori non hanno ottenuto né soldi né rinnovo.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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