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L'importanza di essere cosentini

COSENZA Il quadro dei fedelissimi del “Lupo” di San Giovanni in Fiore si va componendo e definendo, nomina dopo nomina. Non un giglio, ma un “anice magico” (è l’ananzu, in dialetto, il fiore simbol…

Pubblicato il: 18/01/2016 – 17:47
L'importanza di essere cosentini

COSENZA Il quadro dei fedelissimi del “Lupo” di San Giovanni in Fiore si va componendo e definendo, nomina dopo nomina. Non un giglio, ma un “anice magico” (è l’ananzu, in dialetto, il fiore simbolo della capitale della Sila) con radici ben piantare nella provincia di provenienza del presidente della giunta regionale. Oliverio, uno che pondera le sue scelte al punto da apparire – nel breve termine – immobile, sembra essere (ri)partito di slancio dopo un anno di governo delle cose calabresi. E se, in questo caso, non si può parlare di Oliverio boys, parafrasando ciò che accadde per le nomine scopellitiane del “modello Reggio”, di sicuro c’è una provenienza cosentina che ricorre con frequenza nelle scelte del capo. In quelle più datate e in quelle recenti, Mario Oliverio predilige, al solito, un’appartenenza al progetto politico (al punto da includere la prerogativa nella manifestazione d’interesse per rinnovare l’ufficio stampa della giunta regionale) che spesso si sposa con la provenienza geografica. Senza dimenticare le qualità dei prescelti, ovviamente.
Di recente, quando il supermanager Domenico Pallaria ha manifestato la volontà di cedere almeno uno dei settori ai quali sovrintende – quello delle Aterp –, Oliverio non ha avuto dubbi: ha pensato subito ad Ambrogio Mascherpa, funzionario in arrivo dall’epicentro dell’anice magico, quella Provincia di Cosenza che è stata il rifugio del presidente per nove lunghi anni. A succedere a Pallaria, un altro che alla Provincia ha avuto ruoli di alto profilo (era il responsabile dell’Ato provinciale), è un dirigente di strettissima osservanza oliveriana.
Vicinissimo al presidente è anche il cosentino Nello Gallo, il tecnico scelto per gestire una delle patate bollenti: Calabria Verde, l’agenzia regionale oggetto di un passaggio di consegne traumatico, con le dimissioni dell’ex direttore generale Paolo Furgiuele arrivate nel mezzo di una tempesta mediatica, dopo un maxi appalto andato in fumo per i contrasti con la Regione e con, sullo sfondo, le indagini di due Procure (Catanzaro e Castrovillari). Ora che il sereno (mediatico) è tornato, la palla passa all’ex responsabile del dissesto idrogeologico.
Altro dossier scottante e altra nomina nell’inner circle: all’Arpacal (anch’essa al centro di un’inchiesta della Procura di Catanzaro) mancavano i vertici dopo le dimissioni di tutto il management. Ed ecco il nuovo commissario: è Maria Francesca Gatto, dirigente della Regione, nominata da Oliverio il 4 dicembre 2015. Dal 2003 in poi, Gatto ha lavorato alla Provincia di Cosenza: dirigente del settore Cultura e Formazione professionale, dirigente del settore Politiche culturali e Pubblica istruzione, dirigente del settore Sport, turismo e spettacolo, dirigente del settore Personale e organizzazione. Nel 2015 il trasferimento alla Regione: prima al dipartimento Controlli, poi all’Agricoltura. A dicembre lo sbarco negli uffici dell’Arpacal. Arriva dalla Provincia di Cosenza (è stato trasferito nei ruoli della Regione con un decreto del settembre 2015) anche Salvatore De Luca. Ingegnere, De Luca è il responsabile del taglio boschivo in buona parte della Regione. È il marito di Milena Lopez, assessore alla Cultura del Comune di San Giovanni in Fiore. E fedelissima di Oliverio anche lei, ovviamente. 
Passiamo alle consulenze. Quando si è trattato di trovare qualcuno che lo affiancasse nelle estenuanti riunioni della Conferenza Stato-Regioni, il “Lupo” non ha avuto dubbi: è stato un attimo nominare, in agosto, l’ex consigliere regionale coriglianese Franco Pacenza, l’uomo del Pd per la sanità. E per avere un valido supporto sul tema dei migranti, Oliverio si è rivolto all’ex sindaco di Acquaformosa Giovanni Manoccio, espertissimo della materia, per aver realizzato, nel proprio comune, buone pratiche di accoglienza. Non dalla Provincia (con la quale ha collaborato per un censimento delle aree critiche del dissesto idrogeologico) ma da Cosenza arriva anche Carlo Tansi, responsabile della Protezione civile nazionale. L’uomo giusto al posto giusto: un geologo che si occupa di dissesto. Una nomina attesa e auspicata da molti, fin dall’insediamento del “nuovo” governo regionale. Alla fine è arrivata, seppure con qualche ritardo.
Nessun ritardo, invece, subito dopo la vittoria alle regionali, per l’insediamento del cuore pulsante dell’anice magico. Il capo di gabinetto Gaetano Pignanelli (che alla Provincia di Cosenza ricopriva il ruolo di capo dell’Ufficio legale) e Franco Iacucci, capo della segreteria, che segue Oliverio da anni assieme a Loredana Fazio e Carmela De Rose. Era scontato che fossero tutti nella squadra del governatore. Così come era (ed è) scontata la presenza, tra i comunicatori dell’era oliveriana, di Francesco Dinapoli, Mariuccia De Vincenti e del fotografo Mario Tosti. Strettissimi collaboratori negli anni della Provincia, sono stati nominati con un decreto firmato il 30 dicembre scorso sulla base di una graduatoria pubblicata sul sito della Regione il 4 gennaio. Una circostanza che ha sollevato non poche polemiche, come la struttura stessa del bando che ha portato alla selezione della squadra, che potrà essere rimpolpata con al massimo altri cinque innesti. E tutti staranno attentissimi alla provenienza, come lo sono stati per l’autista del governatore, Giovanni Varca, sangiovannese come lui. E per la scelta del vicecapo di gabinetto del consiglio regionale, Antonella Varca, figlia di Giovanni. Una nomina formalmente non intestata al governatore (e non confermata dal nuovo presidente del consiglio regionale Nicola Irto), anche se non è difficile immaginare che, oltre al merito, tra i criteri ci sia anche lo zampino del presidente Oliverio. È l’importanza di essere cosentini.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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