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Lungo incidente probatorio per le vittime di don Tropea

REGGIO CALABRIA È durato oltre cinque ore l’incidente probatorio che ha visto sfilare di fronte al gip Scortecci tre dei ragazzi adescati da don Antonello Tropea, il parroco di Messignadi, arrestat…

Pubblicato il: 03/02/2016 – 8:40
Lungo incidente probatorio per le vittime di don Tropea

REGGIO CALABRIA È durato oltre cinque ore l’incidente probatorio che ha visto sfilare di fronte al gip Scortecci tre dei ragazzi adescati da don Antonello Tropea, il parroco di Messignadi, arrestato a dicembre per prostituzione minorile, sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico e adescamento di minorenni. Assistito dai legali Andrea e Giuseppe Alvaro, scarcerato e messo ai domiciliari in una località lontana dalla Calabria, il sacerdote ha presenziato all’incidente probatorio e – su istanza degli avvocati – si è anche sottoposto ad un confronto con uno dei tre testimoni. Nessun particolare allo stato filtra sulle deposizioni dei ragazzi, sottoposti a esame e controesame da parte del pm Sara Amerio e dei legali, e toccherà al giudice esaminare e valutare quanto emerso in sede di incidente probatorio, ma le difese si sono mostrate soddisfatte «perché c’è stato tempo e modo di entrare nel merito delle singole questioni».
Stando a quanto emerso dall’indagine, fino a qualche mese fa infatti, don Antonello di notte si trasformava in Nicola, un quarantenne omosessuale di professione insegnante di educazione fisica, informatore scientifico o carabiniere, sessualmente molto promiscuo, che non disdegnava gli spinelli e a una relazione stabile, affiancava variegati e occasionali incontri con partner molto più giovani. A volte – e qui sta il rilievo penale – anche minori di diciotto anni. Una storia nota, tanto in paese, come in Curia, ma venuta fuori grazie alle indagini della Squadra mobile, che dopo aver sorpreso il sacerdote appartato con un diciassettenne, hanno deciso di scavare nella vita del religioso per capire se ci fosse di più. Ad emergere è stato il ritratto di un quarantenne omosessuale dalle relazioni disinvolte e variegate, che per il gip che ne ha ordinato l’arresto ha un target preciso «giovani maschi, senza pretese di relazioni sentimentali, preferibilmente che abbiano compiuto 18 anni, al fine evitare conseguenze penali. Tuttavia, nella ricerca di questo target, che sfiora il rilievo penale, com’è normale che sia per ogni comportamento borderline, incrocia più volte anche minorenni con le medesime tendenze sessuali, talvolta disponibili solo a pagamento».

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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