COSENZA «Dopo ben quattro rinvii finalmente il processo del cinghiale è decollato dopo essere stato trattenuto a terra da forze gravitazionali convergenti quali carabinieri e ufficiali giudiziari. Ormai alea iacta est, ragion per cui è stata sconfitta la forza di gravità saldamente ancorata all’incredibile anonimato del signor De Rose». È questo il commento dell’ex presidente della commissione regionale di Vigilanza Aurelio Chizzoniti.
«L’udienza tenuta innanzi la dottoressa Emanuela Gallo, giudice monocratico (togato) presso il Tribunale di Cosenza con inizio alle ore 11, si è conclusa alle ore 16.30 ed è stata caratterizzata da una serie di eccezioni preliminari sollevate dall’avvocato Sanmarco difensore dello stampatore, tutte rigettate dalla giudicante», spiega Chizzoniti. Che continua: «Le eccezioni riguardavano l’omessa rinnovazione del decreto di citazione dopo l’ultimo differimento dovuto alla carenza dei termini a comparire all’udienza del 07 gennaio 2016, sanata con il differimento alla data odierna che ha restituito nei termini l’imputato. L’ex direttore dell’Ora di Calabria Luciano Regolo e il sottoscritto, rispettivamente difesi dagli avvocati Bruno Giulio del Foro di Cosenza e Antonella Chizzoniti del Foro di Palmi, hanno chiesto di costituirsi parte civile. Alla predetta richiesta si è vibratamente opposto l’avvocato Sammarco e il giudice ha ammesso la costituzione di Regolo e data l’ora tarda e la peculiarità tecnica connessa alla mia richiesta si è riservato di decidere sulla stessa differendo il processo all’1 aprile 2016 (ovviamente una coincidenza del tutto occasionale)».
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