Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 17:02
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Tutti i calabresi alla corte della "Dama"

ROMA Calabrese d’origine, romana d’adozione, è sotto l’ala dello zio parlamentare Peppino Accroglianò che la “Dama nera” fa carriera nella capitale. Tra l’esclusivo circolo Antico Tiro a volo e C3, l…

Pubblicato il: 11/03/2016 – 20:50
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Tutti i calabresi alla corte della "Dama"

ROMA Calabrese d’origine, romana d’adozione, è sotto l’ala dello zio parlamentare Peppino Accroglianò che la “Dama nera” fa carriera nella capitale. Tra l’esclusivo circolo Antico Tiro a volo e C3, la fondazione dello zio che presume di riunire le eccellenze calabresi della capitale, Antonella Accroglianò ha costruito la rete di contatti che – presumibilmente, dicono i più – le ha consentito la sfolgorante carriera in Anas. Ma quando è caduta, la “Dama nera” ha trascinato con sé molti dei suoi fedelissimi. Che parlano calabrese.

LE AMBIZIONI DI GALDINO Già ad ottobre, sul registro degli indagati era finito l’ex sottosegretario calabrese del governo Prodi, Gigi Meduri, per la procura di Roma un vero e proprio “mediatore”, attivato dagli imprenditori catanesi Concetto Albino Bosco Lo Giudice della Tecnis spa e da Francesco Domenico Costanzo della Cogip infrastrutture spa per convincere la “dama nera” a versare per conto di Anas i pagamenti relativi ad alcuni contenziosi. In cambio, la Accroglianò non solo verrà sontuosamente “retribuita” dagli imprenditori, ma pretenderà da Meduri anche sostegno elettorale per il fratello, Galadino Accroglianò, quindi un incarico che lo consoli del fallimento nelle urne. Sempre per agevolare il fratello nella corsa elettorale, la “Dama nera” insieme al collega Alberto Buffone – calabrese di Rogliano – premetterà a Pasquale Perri un’assunzione in Anas, in cambio di un pacchetto di voti nel cosentino.

IL BRACCIO DESTRO Originario di Catanzaro, ma da tempo a Roma è anche Sergio Serafino La Grotteria, dirigente dell’unità viabilità e sicurezza, tecnico di fiducia della Dama nera in Anas, già arrestato mesi fa e oggi inguaiato ulteriormente dalle confessioni della capa. Per gli inquirenti infatti, al pari della Accroglianò ha avuto un ruolo anche in un’altra serie di appalti che Anas nel tempo ha assegnato, dall’itinerario basentano, compreso il raccordo autostradale Sicignano-Potenza, alla SS 117 Centrale Sicula, quest’ultima cofinanziata dalla Regione Sicilia, entrambi aggiudicati nel 2014, alla SS 96 Barese e alla SS 268 del Vesuvio, arterie stradali aggiudicate nel 2012. Il gruppo sarebbe riuscito a turbare anche la gara per la realizzazione della nuova sede Anas di Campobasso, opera aggiudicata nel 2011. Stando a quanto emerso dalle indagini, era lui a gestire materialmente per conto della Accroglianò forzature e favori concordati con gli imprenditori, come a beneficiare delle mazzette ottenute.

L’AVVOCATO MEDIATORE È il caso, ad esempio, della pratica relativa all’esproprio di un terreno di Falerna di proprietà dei fratelli Giuseppe e Saverio Silvagni. Tramite l’avvocato catanzarese Battaglia, in cambio di una percentuale pari a 25mila euro, ai due sono stati erogati cinquantamila euro , addirittura in anticipo, 50 mila euro. Una somma maggiore di quanto concordato, poi tornata per metà ai dirigenti dell’Anas. A portarla materialmente a Roma sarà l’avvocato Battaglia, dove la consegnerà a Giovanni Parlato, poi pizzicato dai militari della Finanza con in auto con due buste contenenti 10mila euro ciascuna e una, più sottile, con dentro 5mila euro. Somme che il legale tenterà di giustificare emettendo una falsa fattura da 12.500 euro, in relazione ad attività professionali del tutto fittizie, come assolutamente fasulla sarà quella di pari importo che solleciterà alla collega Giulia Serrao Ciriaco.

AUTORICICLAGGIO Circostanze che al legale – per gli inquirenti vero e proprio «mediatore della corruzione» – sono costate anche l’accusa di autoriciclaggio, perché «l’emissione delle due fatture (attività che la Serrao certamente ha compiuto su richiesta del Battaglia Eugenio) risulta eccedere il confine del godimento, soprattutto se valutato in relazione alle circostanze di contorno. Infatti da un lato non si sa quale sia stata la sorte della provvista corruttiva rinvenuta nella disponibilità del Parlato (che, dalle indagini tecniche risulterebbe restituita dall’avv. Battaglia al Parlato in occasione del viaggio a Catanzaro di quest’ultimo), dall’altro giova evidenziare che l’avv. Battaglia ha, poi ricevuto ulteriori 50mila circa dai clienti». In sintesi, sottolinea il gip «il comportamento tenuto con l’emissione delle fatture mal cela un prevalente fine di ostacolare di ostacolare l’accertamento della provenienza delittuosa delle somme e, al contempo, di ricondurle ad una veste regolare (quale provento di attività professionale) senza tacere che la somma ricevuta complessivamente è ben superiore a quella fatturata, così apprezzandosi una finalità di ulteriore lucro che non pare compatibile con l’alternativa lecita del mero godimento o della utilizzazione personale».

a.c.

Argomenti
Categorie collegate

x

x