Non solo vitalizi: altri soldi per gli ex consiglieri
REGGIO CALABRIA Come se non bastassero i lauti vitalizi. Come non fossero sufficienti i benefit e i diffusi privilegi di casta. Come fosse ancora utile tenere sul groppone non solo i consiglieri in c…

REGGIO CALABRIA Come se non bastassero i lauti vitalizi. Come non fossero sufficienti i benefit e i diffusi privilegi di casta. Come fosse ancora utile tenere sul groppone non solo i consiglieri in carica e quelli già andati “in pensione”, ma anche coloro che – oltre a ricevere l’immancabile assegno mensile – si costituiscono in associazione per attività rare e trascurabili, ovviamente finanziate con soldi pubblici.
Ma ora in consiglio regionale si arriva anche al paradosso familistico, a una sorta di ribaltamento di ruoli e funzioni storiche e generazionali. Non più il padre che sostenta il figlio, ma quest’ultimo che foraggia il genitore. È bene precisarlo subito: non c’è nessuna illegalità nella storia che stiamo per raccontare, né procedure oscure o di favore. Il fatto che il segretario generale del Consiglio, Maurizio Priolo, assegni 80mila euro all’associazione “fra ex consiglieri”, presieduta dal padre Stefano, può far arricciare il naso, ma non costituisce un’irregolarità. Niente affatto, funziona così da anni ed è tutto previsto da una legge regionale. Solo che stavolta, nel gioco infinito delle maschere politiche e della rotazione dei ruoli burocratici, figlio e padre si son ritrovati l’uno a concedere e l’altro a ricevere e gestire fondi della collettività. Perfettamente legittimo sul piano giuridico, un po’ irrituale su quello dell’opportunità.
IL FINANZIAMENTO Lo scorso dicembre Priolo figlio, in qualità di segretario generale, concede 80mila euro all’associazione degli ex consiglieri, quale contributo per il 2015. Dal canto suo il padre Stefano, nelle vesti di presidente, avrà l’obbligo di rendicontare l’impiego dell’intera somma «a conclusione dell’esercizio finanziario». Prendi questi soldi, papà. Grazie, figlio mio. Anche se, in realtà, Priolo jr pare sia stato meno munifico nei confronti degli ex rispetto ai suoi predecessori.
LA LEGGE Il Consiglio, infatti, per legge è tenuto ad assegnare 100mila euro all’anno alla sigla che riunisce i già consiglieri. Nata nel 1988, l’associazione nel 2001 è stata riconosciuta con una norma regionale, mai emendata nel corso del tempo. L’euro non c’era ancora, così si decise di finanziarla con 200 milioni di lire, poi riconvertiti con precisione al momento dell’arrivo del nuovo conio: 103.291 euro ogni 365 giorni. Significa che, al termine di quest’anno, l’attività di chi non ha più alcuna carica all’interno delle istituzioni sarà costata in tutto circa 1,5 milioni di euro.
L’ATTIVITÀ Ma quali sono i compiti dell’associazione? Anche questi sono stati fissati dalla legge 3 del 2001. Uno, in particolare, è quello di tutelare gli interessi degli ex consiglieri «derivanti dall’esercizio e dalla cessazione della loro carica. Praticamente gli “onorevoli” ricevono soldi pubblici per condurre battaglie volte a salvaguardare i privilegi (leggi i vitalizi) ottenuti durante l’attività istituzionale. L’associazione presieduta da Priolo non è un caso unico. Esistono aggregazioni speculari in quasi tutte le Regioni d’Italia. Quella calabrese, comunque, persegue obiettivi alti e meritori, tipo «conservare e rendere operante il vincolo di colleganza e di solidarietà al di sopra di ogni diversità di posizione politiche» o anche «assicurare ai soci un continuo e doveroso aggiornamento sulle attività legislativa e amministrativa della Regione». Senza dimenticare che l’associazione può contribuire «a risolvere tempestivamente problemi sociali». Ohibò.
NON SOLO SOLDI Ma i soldi non sono tutto. Per gli ex Palazzo Campanella continua a chiamarsi casa. Il Consiglio ha infatti messo a loro disposizione due stanze al quinto piano, con tanto di telefono, segreteria e indirizzo di posta elettronica dedicato. Strumenti fondamentali per svolgere al meglio la mission istituzionale, che si snoda prevalentemente attraverso una larga attività convegnistica, pubblicazioni di libri e conferenze stampa.
Una delle uscite più significative dell’associazione risale al novembre 2014, allorquando gli ex consiglieri si fecero alfieri di una battaglia memorabile, con la richiesta ufficiale e quasi temeraria di intitolare al primo presidente della Regione, Antonio Guarasci, la costruenda Cittadella regionale di Catanzaro. Che al momento è ancora senza nome.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it