COSENZA Ora è ufficiale: la lista “Cosenza Popolare”, di diretta emanazione dei fratelli Pino e Tonino Gentile, è stata ricusata dalle elezioni in programma a Cosenza per il 5 giugno. La commissione elettorale, dopo aver passato una giornata intera a consultare la documentazione integrativa presentata dai rappresentanti del movimento e non prima di aver consultato i tecnici del Viminale, ha deciso di escludere “Cosenza Popolare”. È una doccia fredda per i vertici del Nuovo centrodestra ma è soprattutto una beffa per il candidato a sindaco di una parte del centrosinistra Enzo Paolini, che contava molto sull’apporto elettorale dei centristi.
Ncd e, dunque, “Cosenza Popolare”, hanno deciso di presentare ricorso al Tar Calabria (dovrebbe esprimersi nel giro di qualche giorno) contro la scelta dei commissari, affidando l’incarico all’avvocato Giovanni Spataro del foro di Cosenza. «Tale ingiusto ed antidemocratico provvedimento – recita in una nota la segreteria regionale degli alfaniani – ci impone di reagire nelle forme consentite dall’ordinamento al fine di salvaguardare il diritto costituzionalmente garantito di partecipazione popolare e di rappresentatività di ogni aggregazione politica presente sul territorio».
Nel quartier generale gentiliano, in ogni caso, si respira aria da guerra: «Registriamo, nello stesso tempo, che parteciperanno alla competizione elettorale liste zeppe di personaggi squalificati che ammorbano l’aria democratica della città, mentre le istituzioni preposte al controllo fingono di non vedere». Accuse durissime a cui fa seguito una considerazione spietata sullo stato attuale di Cosenza: «Questa è una città ammalata, che viene infangata ogni giorno da connivenze, reticenze ed atteggiamenti omertosi che fanno grande la zona grigia e determinano un arretramento costante della parte laboriosa ed onesta della comunità».
IL PRECEDENTE DEL 2006 Dieci anni fa a Cosenza si verificò un incidente analogo. Protagonisti, ancora una volta, i fratelli Gentile che all’epoca militavano in Forza Italia. Disguidi di carattere amministrativo impedirono la candidatura a sindaco di Sergio Bartoletti. In quella circostanza, uno dei delegati riuscì a varcare la stanza dove sedeva la commissione elettorale nel termine stabilito, l’altro però rimase fuori con una parte essenziale della documentazione. Ciò determinò l’esclusione degli azzurri da quella competizione. Quelle elezioni furono vinte dal centrosinistra guidato da Salvatore Perugini.
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