CATANZARO Sei pagine in cui viene sostanzialmente ribadita la correttezza dell’operato della struttura commissariale che guida la sanità calabrese. Il controricorso predisposto dall’Avvocatura regionale (di cui il Corriere della Calabria ha potuto prendere visione) non lascia spazio a molte interpretazioni: il ricorso presentato dai Comuni contro il decreto di riordino della rete ospedaliera deve essere rigettato «perché assolutamente inammissibile nonché infondato» e la richiesta di sospensiva respinta «per carenza dei presupposti di legge». È un giudizio tranchant, quello dell’avvocatessa Antonella Coscarella. Che parte dall’inammissibilità dell’azione portata avanti dalle realtà municipali perché rivolto «avverso un atto non definitivo ma di carattere programmatorio e, per espressa previsione dello stesso, suscettibile di continuo aggiornamento». Da qui deriva la convinzione dell’Avvocatura regionale di essere di fronte a un «ricorso alquanto sommario, risolvendosi in contestazioni di carattere generale, che non costituiscono puntuali critiche al provvedimento impugnato». E dunque, almeno per quanto riguarda il pool di legali che difende gli interessi della Regione Calabria, poco può essere contestato a un provvedimento (quello firmato dal duo Scura-Urbani) che, «lungi dall’atteggiarsi a estemporanea espressione dell’arbitrio commissariale, costituisce il portato di una profonda analisi del fabbisogno effettuato su tutti i dati dell’ente (Sdo, specialistica ambulatoriale, farmaceutica, mobilità, distanze chilometriche)».
Ma c’è un passaggio che, forse più di altri, aiuta a capire meglio l’orientamento dell’Avvocatura regionale. Ed è quello relativo alla carenza di concertazione preventiva con il commissario che i Comuni lamentano. «È un rilievo – scrive sempre l’avvocatessa Coscarella nel controricorso – sostanzialmente infondato, in quanto, se pure in assenza di una formale conferenza dei servizi, il commissario ad acta ha avuto un continuo e assiduo interfacciamento con gli enti locali interessati dal provvedimento, in molti casi visitati personalmente in incontri programmati presso le sedi di Comuni “capofila” di zona ove non convocati presso la sede commissariale».
CLIMA TESO IN REGIONE Nella giornata di ieri, attraverso una nota diffusa dall’ufficio stampa, la giunta regionale ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso al Tar contro il decreto 30, che è proprio quello di riordino della rete ospedaliera. Operazione un po’ complicata, visto che il decreto è stato pubblicato il 3 marzo e che si può impugnare l’atto al Tribunale amministrativo entro 60 giorni.
Consumato il patatrac, adesso si tenta di correre ai ripari e riparare una falla che rischia di aprire un serio problema politico all’interno della maggioranza. Il governatore Mario Oliverio ha infatti convocato un vertice d’urgenza con il dg del dipartimento Salute Riccardo Fatarella e con il consulente delegato per la materie sanitarie Franco Pacenza in cui si cercherà di fare il punto e studiare le contromosse.
Di certo c’è che che quella presentata dall’Avvocatura regionale non è una «memoria formale». Se fosse stato così, l’atto non avrebbe avuto una lunghezza di sei pagine e non sarebbe entrato nei dettagli come, invece, avvenuto.
L’UDIENZA AL TAR In ogni caso, la prima sezione del Tar Calabria dovrebbe esaminare domani la richiesta di sospensiva del decreto 30 avanzata dai Comuni ricorrenti. È probabile che l’udienza venga fatta slittare perché il “Tavolo Adduce” ha chiesto al commissario di integrare e/o modificare il provvedimento finito al centro di questo turbolento contenzioso.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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