«A rischio 700 posti di lavoro nelle strutture di assistenza»
CATANZARO Riduzione del personale di 700 unità o contratti di solidarietà. È quanto si profila, secondo il coordinamento delle associazioni Uneba, Aiop, Anaste, Aris, Agidae e Crea Calabria, per molt…

CATANZARO Riduzione del personale di 700 unità o contratti di solidarietà. È quanto si profila, secondo il coordinamento delle associazioni Uneba, Aiop, Anaste, Aris, Agidae e Crea Calabria, per molti lavoratori delle strutture di assistenza extra ospedaliere accreditate, a seguito degli effetti del Dca n 26/2016. A sostenerlo è lo stesso coordinamento in una lettera inviata alle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil e per conoscenza al presidente della giunta regionale Mario Oliverio, al direttore generale del Dipartimento Riccardo Fatarella e ai commissari per il piano di rientro Massimo Scura e Andrea Urbani. «I rappresentanti di Uneba, Aiop, Anaste, Aris, Agidae, Crea Calabria – riporta un comunicato – fanno presente nella lettera che il Dca n 26 che fissa i tetti di spesa mensili per il 2016 e un taglio alle prestazioni, “sta producendo effetti devastanti, facilmente prevedibili, nel delicato settore degli anziani non autosufficienti, dei disabili e di tutta la sanità territoriale”. In particolare “oggi si assiste a ricoveri d’urgenza disposti con ordinanze dei sindaci mentre i Distretti si vedono obbligati a prorogare i ricoveri per un periodo superiore (stante la gravità dei casi) rispetto alla scadenza amministrativa”. Inoltre “gli stessi Distretti, comunicando la presenza delle liste di attesa, condizionano i ricoveri alla dichiarazione dell’amministratore della struttura di non superare il budget mensile”. I rappresentanti delle strutture si chiedono se è “mai possibile negare prestazioni sanitarie vitali perché si sfora non il budget di contratto annuale ma quello mensile?” e di conseguenza “chi è in lista di attesa a casa cosa deve aspettare la morte o augurarsi il decesso di qualcuno per potersi liberare un posto di ricovero. Una vera e propria macelleria sociale”». «Tutto ciò si verifica – è scritto ancora nel comunicato – nonostante le verifiche dei tavoli ministeriali ed i richiami (la Calabria vanta l’ultimo posto nella classifica del Livelli essenziali di assistenza) di aumentare l’offerta ed il numero dei posti letto nel settore della sanità territoriale. Invece, non solo è stato fatto alcunché per colmare le carenze ma con gli effetti del Decreto 26 si è provveduto a tagliare dal 10% al 30% le prestazioni, già scarsamente assicurate». Nella nota si sostiene, infine, che «all’esito della sottoscrizione dei contratti 2016, le Strutture si vedranno costrette, loro malgrado, a dover contattare i sindacati per intraprendere le procedure previste per la riduzione del personale o delle ore pro capite in proporzione alla percentuale di abbattimento delle prestazioni storiche precedentemente erogate».