LAMEZIA TERME Gli ultimi versamenti risalgono al 10 maggio scorso. E sono buoni per riaggiornare l’elenco dei Comuni morosi nei confronti della Regione per il servizio di conferimento dei rifiuti solidi urbani. Un elenco che rimane lunghissimo, così come consistenti – seppure in discesa rispetto all’ultimo aggiornamento – sono i debiti delle amministrazioni comunali. In totale si tratta di 28,5 milioni di euro (9,2 per il 2013 e 19,3 per il 2014), mentre nell’elenco divulgato ad aprile i milioni erano più di 35.
IL RECUPERO A fissare i criteri per il recupero delle somme è stata una delibera regionale firmata nell’ottobre 2015, la numero 380. Uno dei passaggi chiave è, appunto, l’individuazione dei debitori fissata nell’elenco allegato. Ma ciò che conta di più sono i rischi corsi dalle amministrazioni inadempienti. Prima si aggiorna l’elenco; poi «il dirigente generale del dipartimento Ambiente e Territorio, i dirigenti generali dei dipartimenti regionali e la Ragioneria generale sono tenuti, a porre in essere la compensazione, in termini di cassa, tra i crediti certi, liquidi ed esigibili che la Regione vanta nei confronti degli enti locali e le somme certe, liquide ed esigibili da erogarsi ai medesimi enti, fatta eccezione per quelle afferenti ai progetti relativi alla programmazione operativa 2007-2013 cofinanziata dai fondi europei». Riassumendo: la Regione bloccherà i propri trasferimenti ai Comuni morosi. Tutti tranne quelli che riguardano il Por 2007-2013.
COMUNI IN DIFFICOLTÀ Rischiano una stangata (più o meno pesante) 151 amministrazioni. Da Reggio Calabria, maglia nera della classifica con 9,8 milioni, a Cosenza, seconda nella graduatoria dei debitori con 2,6 milioni di euro. Sono gli unici due capoluoghi presenti nell’elenco, che non vede più tra i debitori Catanzaro (che aveva 2,3 milioni di fatture arretrate) e Vibo (Crotone non c’era già ad aprile). Seguono Locri e Cirò Marina, con un milione di euro circa di arretrati. E poi centri come Cutro (838mila euro), Bagnara (819mila), Lamezia Terme (665mila) Paola (613mila), Strongoli (575mila), Cariati (474mila), Melito di Porto Salvo (463mila). Questi centri, negli ultimi due mesi, non sono riusciti a scucire neanche un euro a favore della Regione.
Cetraro, invece, ha abbattuto il suo debito (da 681mila a 3.600 euro). Anche Mileto si è riportata quasi in pareggio (da 437mila a 14mila euro), mentre Soverato lo ha azzerato (era di 402mila euro). Tutti i Comuni in difficoltà dovranno rinunciare a una fetta degli stanziamenti che la Regione aveva in serbo per loro. È il prezzo dei ritardi nella corresponsione delle tariffe. E il passaggio del recupero delle somme è necessario per tamponare i buchi del presente e progettare il futuro. Attualmente si spende più di quanto preventivato (e messo a bilancio): la distanza dal 35% di raccolta differenziata si fa sentire in termine di costi per lo smaltimento e affligge il funzionamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Questo mentre la Regione ha messo in cantiere un piano di investimenti da 200 milioni di euro, «di cui 86 dovrebbero provenire dalla Delibera Cipe 79/2012 (risorse premiali), 100 da fondi Por Fesr 2014-2020 e il resto da reperirsi (ricorso al contributo dei privati, fondi Pac, fondi Fsc)».
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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