Riceviamo e pubblichiamo:
In merito all’articolo di stampa pubblicato dalla testata Giornalistica on-line Corriere della Calabria in data 15–06–2016, dal titolo “Il Pd ‘semiclandestino’ e il lanciafiamme (carico) di Renzi”, a firma del direttore Paolo Pollichieni, ritengo doverose le precisazioni che seguono.
Egregio direttore,
mi vedo inopinatamente chiamato in causa da un suo articolo riguardante il confronto “semiclandestino” dentro il Pd dopo il recente voto amministrativo in Calabria.
Ma io cosa c’entro?
Sono totalmente fuori, come Lei sa bene, da più di sei anni dalle vicende del Pd: tutte, nessuna esclusa. Da quasi due anni sono fuori, anche, da ogni ruolo istituzionale. E ancora, è davvero del tutto arbitrario collegare la mia persona ai risultati elettorali di Cosenza, di Crotone, o alla mancata presentazione delle liste del Pd a Rosarno o in altri comuni.
Ma allora perché vuole cucirmi addosso l’abito di chi opera “semiclandestinamente” per bloccare l’eventuale possibile cambiamento da Lei auspicato dentro il Pd?
È un’operazione del tutto gratuita e assai disinvolta chiamare in causa, come Lei fa, una persona per responsabilità che non ha e, poi, affibbiarle il ruolo dell’idiota testa di legno che, pur di apparire come “uno che conta”, si presta a prendere parte ai giochini politici di cui sono altri i protagonisti e i fruitori.
D’altronde un tale modo di agire non mi è mai appartenuto.
Ho fatto politica per tanti anni, sempre a sostegno degli interessi puliti e a difesa dei più deboli. Ho preso parte attiva in tante battaglie per la crescita e lo sviluppo della nostra realtà; spesso da protagonista come nell’impegno vincente, referendum compreso, contro la centrale a carbone a Gioia Tauro e, più recentemente, nell’azione per fare acquisire alla nostra realtà lo status di Città metropolitana.
Ora è vero che, per scelta, sono fuori da qualsiasi impegno che possa riguardare direttamente la mia persona. Sono, in questa realtà, solamente il portavoce di un movimento, “A testa alta”, che annovera tanti eletti nelle Istituzioni locali e lo stesso D’Agostino in consiglio regionale.
Un tale impegno è pubblico, non dà potere o prebende, né protezioni di alcun tipo. Ma questo non autorizza nessuno a poter ritenere, cominciando da Lei, che può trattarmi come uno da “quattro palle un soldo”.
Stia bene.
Giuseppe Bova
Prendiamo atto che la nota dell’onorevole Bova conferma il fatto storico (cena). Nulla modifica sui protagonisti (partecipanti) ma tiene a precisare che non si è parlato di politica e che, in ogni caso, lui è assolutamente disinteressato rispetto alle vicende del Pd, al quale del resto non ha mai aderito. C’è quanto basta perché ognuno tragga il suo libero convincimento. (papo)
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