REGGIO CALABRIA L’ospedale di Reggio è senza guida e a farne le spese sono principalmente i pazienti. Dopo le (presunte) dimissioni del dg Frank Benedetto, seguite alla sua iscrizione nel registro degli indagati per la nomina del direttore amministrativo Giulio Carpentieri, l’attività dei Riuniti è praticamente ferma, bloccata. Uno dei tre ospedali hub della Calabria, punto di riferimento per un bacino di utenti grande quanto la provincia di Reggio e non solo, viene così affossato dai giochetti della politica regionale e del suo management.
Benedetto ha annunciato il suo passo indietro il 10 giugno, ma da quel momento in poi la giunta Oliverio, da cui dipendono le nomine dei dg delle aziende ospedaliere, ha fatto cadere il più spesso silenzio sulla vicenda. Allo stato, nessuno conosce le intenzioni del governatore né è chiaro chi sieda effettivamente nella cabina di regia dell’ospedale dello Stretto.
Intanto il tempo passa, e importanti provvedimenti – che potrebbero garantire migliori servizi ai pazienti e un rafforzamento dell’esiguo personale sanitario – restano fermi al palo.
I CONCORSI Senza un dg nel pieno delle sue funzioni, l’ospedale non può occuparsi di emergenze come la carenza di medici e infermieri per far fronte alle quali i commissari regionali Scura e Urbani hanno già dato il via libera alle nuove assunzioni. Due decreti in fila (il 54 e il 55 del 16 giugno) per dare respiro a ospedali piegati da anni di blocco del turnover. Il 54, in particolare, autorizza i Riuniti a reclutare 45 tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari. E non in un settore qualunque, bensì nel tristemente famoso “reparto degli orrori”, Ostetricia e ginecologia, di recente finito al centro dell’inchiesta “Mala sanitas”, con diversi medici accusati di aver falsificato le cartelle cliniche per coprire gli errori avvenuti durante le operazioni di parto. Basterebbe un bando per far arrivare nuovi camici bianchi e cambiare le sorti del reparto: ma tutto resta com’è.
Con l’estate che incombe, poi, i medici che vanno in ferie dovrebbero essere sostituiti. Il decreto 55 permette l’assunzione a tempo determinato di ben 71 professionisti, da collocare nei punti nevralgici dell’ospedale. Anche in questo caso, ci vorrebbe un dg: su Benedetto non si può contare e Oliverio non si fa sentire; e dunque tutto resta com’è.
Ci sarebbero, inoltre, altri 22 posti liberi per nuovi oss da mettere a concorso: niente; 5 per tecnici di radiologia: zero; più un pacchetto di assunzioni autorizzate da un decreto (l’87) del 2015: tutto in stand by.
LE DIMISSIONI Benedetto ha annunciato le sue dimissioni in seguito all’inchiesta che lo vede indagato per abuso d’ufficio (insieme al capo dell’area amministrativa Giuseppe Neri e al direttore sanitario Sayd Al Sayyad) a causa della nomina di Carpentieri. L’ex segretario generale del consiglio regionale, in pensione da diversi anni, secondo la Procura non sarebbe in possesso dei requisiti necessari per fare il direttore amministrativo, in quanto non avrebbe mai svolto «qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa, con diretta responsabilità delle risorse umane strumentali, per un periodo di almeno cinque anni nell’ambito di enti e strutture sanitarie pubbliche o private di media o di grande dimensione».
Quel che non si sa ancora è se Benedetto abbia o meno inviato ufficialmente le sue dimissioni alla giunta che lo ha nominato. Se sì, sarebbero da subito effettive, visto che – come stabilisce un decreto, ancora in vigore, firmato dall’ex commissario alla Sanità e governatore Giuseppe Scopelliti – le dimissioni sono un atto «unilaterale» per la cui efficacia «non si richiede alcuna accettazione dell’amministrazione». Oliverio, cioè, non dovrebbe dare né il suo assenso né il suo dissenso.
Ma Benedetto si è poi dimesso davvero? E il governatore che fa? Domande al momento senza risposta. E intanto l’ospedale langue.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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