Labdem con Principe: «Si faccia un processo immediato»
RENDE Rende è sempre stata «un modello di buona amministrazione». Per questo i Labdem l’hanno scelta per come luogo dell’incontro che segna idealmente la partenza della loro campagna referendaria per…

RENDE Rende è sempre stata «un modello di buona amministrazione». Per questo i Labdem l’hanno scelta per come luogo dell’incontro che segna idealmente la partenza della loro campagna referendaria per il “Sì” alle riforme costituzionali. Ma non è l’unico motivo per il quale l’appuntamento della corrente del Partito democratico si svolge Oltrecampagnano. L’altro risiede in un messaggio forte, affidato al coordinatore regionale Cesare Loizzo, che ha rivolto l’attenzione alla vicenda giudiziaria di Sandro Principe: «Un fatto tanto eclatante quanto incredibile con un’accusa che a chi lo conosce come me non può non sembrare assurda. Sono certo che i fatti dimostreranno la sua estraneità alle accuse che gli muovono gli inquirenti. Per questo mi unisco all’appello, lanciato poche settimane fa, del presidente del gruppo dei Socialisti & Democratici Gianni Pittella, chiedendo un processo immediato perché il giudizio sui fatti lo aspetta tutta la comunità rendese e calabrese. A Sandro e alla sua famiglia ribadisco la mia solidarietà umana e personale e il mio augurio che presto tutto questo possa finire».
Tutti i relatori (tra gli altri di Franco Laratta, Domenico Passarelli, Enrico Caterini) hanno trattato anche la vicenda dell’onorevole Sandro Principe, esprimendo solidarietà e vicinanza a lui ed alla famiglia, rimarcando quanto possa essere ingiusta la detenzione preventiva. Laratta ha evidenziato «l’assurdo silenzio del Pd regionale nei confronti di un dirigente che ha contribuito alla nascita del Partito democratico». Enrico Caterini ha spiegato che «il protrarsi della carcerazione preventiva contrasta con la civiltà giuridica del nostro Paese», mentre sul referendum ha rimarcato che 70 anni sono tanti per la nostra Costituzione, la quale necessita di una revisione.
Le conclusioni della manifestazione le ha tratte il presidente nazionale di Labdem, l’onorevole Salvo Andò (già ministro della Difesa e docente di diritto costituzionale). «I socialisti hanno il dovere di rendere uguali i diseguali» ha esordito Andò, e dopo avere ricordato il compagno e amico Cecchino Principe ha rivolto il suo pensiero a Sandro «per il dramma che sta vivendo che ci riempie di indignazione». Andò ha, dapprima, ricordato di essere stato un grande amico di Giovanni Falcone e, poi, in merito all’utilizzo dei pentiti ha ricordato l’ammonimento di Falcone a non considerare processualmente i collaboratori di giustizia se non si hanno riscontri certi sulle loro dichiarazioni. Dopo avere rilanciato l’idea del leader di Labdem Gianni Pittella, in merito alla scuola della democrazia da svolgere a Rende e da intitolare a Cecchino Principe ha trattato le ragioni del “Sì”. Interessante ed appassionata la sua disamina: «Dal 1979 si parla di revisione costituzionale», ha evidenziato, «Renzi non ha bisogno di un referendum per imporre una egemonia».