CATANZARO I primi timidi segnali di ripresa che si registrano sul fronte dei consumi lambiscono anche la Calabria. Una regione che resta fanalino di coda per le spese medie registrate nelle famiglie. Stando ai dati rilasciati dall’ultimo report dell’Istat, la Calabria infatti con 1.729,20 euro mensili si colloca all’ultimo posto per spese medie pro capite. Un dato che è inferiore del 60% rispetto ai valori più elevati registrati nel Paese. Dimostrando ancora una volta quanto sia elevato il divario tra la Calabria e le altre regioni.
Dall’indagine dell’Istat emerge anche che esistono nette differenze territoriali anche sulla destinazione della spesa media della popolazione. Così se una parte consistente del bilancio familiare al centro nord è destinato a coprire i costi dell’abitazione – con punte oltre il 40% nel Lazio e nella Liguria –, in Calabria questa voce scende a meno del 30%. Una quota che appaia la nostra regione a Basilicata, Puglia e Sicilia.
Gran parte di questa spesa ovviamente è rappresentata dall’affitto che conseguentemente varia a secondo del valore del mercato immobiliare (la quota più elevata di questa posta figurativa si registra nel Lazio, 29,8%, dove i costi elevati della città di Roma fa da traino).
Anche la quota destinata a coprire i costi per servizi ricettivi, di ristorazione e per ricreazione, spettacoli, cultura segue la stessa logica a forbice. Con le regioni più ricche a destinare in proporzione una quota più elevata nella spesa destinata a questi settori e il Sud a mostrare quote più contenute.
In Calabria – ultima in questo genere di spesa – il 6% del budget familiare è destinato a servizi ricettivi e di ristorazione e per ricreazione, spettacoli, cultura. Ben distante dalla media nazionale del 10 e del 13,2% che si è registrato in Trentino-Alto Adige.
LA COMPOSIZIONE DELLA SPESA IN ITALIA Complessivamente, in Italia è cresciuto il livello medio della spesa alimentare e nel 2015 si è attestato a 441,50 euro al mese (436,06 euro nel 2014, +1,2%). Si arresta la diminuzione della spesa per carni, in atto fin dal 2011, attestandosi a 98,25 euro mensili. La spesa per frutta aumenta del 4,5% rispetto al 2014 (da 38,71 a 40,45 euro mensili), quella per acque minerali, bevande analcoliche, succhi di frutta e verdura del 4,2% (da 19,66 a 20,48 euro). È sostanzialmente stabile la spesa per beni e servizi non alimentari (2.057,87 euro in media al mese). Per il terzo anno consecutivo si riducono le spese per comunicazioni (-4,2%), anche per l’ulteriore diminuzione dei prezzi. Aumentano le spese per servizi ricettivi e di ristorazione (+11%, da 110,26 a 122,39 euro, dopo due anni di calo), e le spese per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (+4,1%, 126,41 euro).
Dati che proporzionatamente hanno interessato anche la Calabria, anche se continua a essere – stando alle proiezioni dell’Istat – la regione più povera d’Italia.
Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it
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