Processo Kyterion, chiesti tre ergastoli
CATANZARO Tre ergastoli e quasi trecento anni di carcere. Sono queste le richieste di condanna formulate venerdì dai sostituti procuratori della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio e Vincenzo C…

CATANZARO Tre ergastoli e quasi trecento anni di carcere. Sono queste le richieste di condanna formulate venerdì dai sostituti procuratori della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio e Vincenzo Capomolla al termine della requisitoria del processo abbreviato Kiterion che vede alla sbarra ventotto imputati, a vario titolo accusati di essere sodali e intranei alla cosca Grande Aracri di Cutro. L’ergastolo è stato chiesto per Nicolino Grande Aracri, Ernesto Grande Aracri e Angelo Greco, ma pene pesantissime sono state invocate anche per tutti gli altri imputati, secondo l’accusa da condannare da una pena minima di 7 anni a un massimo di 16. In dettaglio, queste le condanne chieste dai magistrati: Giovanni Abramo, 10 anni di reclusione; Francesco Aiello, 10 anni; Pasquale Arena, 16 anni; Giuseppe Celi, 16 anni; Dario Cristofaro, 9 anni; Alfonso Diletto, 16 anni; Michele Diletto, 12 anni; Pasquale Diletto, 12 anni; Salvatore Diletto, 11 anni; Francesco Gentile, 16 anni; Salvatore Gerace, 10 anni; Antonio Grande Aracri, 18 anni; Ernesto Grande Aracri, alias “Raffaele”, ergastolo; Nicolino Grande Aracri, ergastolo; Angelo Greco, ergastolo; Francesco Lamanna, 18 anni; Domenico Lazzarini, 10 anni; Giuseppe Lequoque, 16 anni; Antonio Maletta, 9 anni; Luigi Martino, 7 anni; Francesco Mauro, 10 anni; Matteo Mazzocca, 9 anni; Domenico Nicoscia, 9 anni; Carmine Riillo, 12 anni; Salerno Antonio, 10 anni; Benedetto Giovanni Stranieri, 9 anni e Virillo Romolo, 10 anni di carcere.
Le accuse vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e tentata estorsione, violazione delle leggi in materia di armi, omicidio, ricettazione, violenza privata, lesioni personali, rapina, usura. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, che vede tra abbreviato e ordinario 45 imputati, i tentacoli della cosca si sono potentemente ramificati in Calabria e nel Nord Italia: «Con collegamenti e vincoli con altri gruppi autonomamente operanti nel territorio di Crotone, in Emilia Romagna e altri luoghi del Nord Italia e diretta influenza, anche decisionale, sulle locali e/o ‘ndrine di ‘ndrangheta operanti nell’area geografica compresa tra Vibo Valentia e Crotone, fino alla provincia di Cosenza, attraverso la fascia jonica della provincia di Catanzaro».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it