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Tutti gli amici di Dominique

REGGIO CALABRIA Gite in Ferrari, viaggi, affari diversi dalle rapine.Per l’ex rapinatore di periferia, Mario Gennaro, conoscere Dominique Suraci ha significato cambiare vita. E soprattutto frequentaz…

Pubblicato il: 11/10/2016 – 21:56
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Tutti gli amici di Dominique

REGGIO CALABRIA Gite in Ferrari, viaggi, affari diversi dalle rapine.Per l’ex rapinatore di periferia, Mario Gennaro, conoscere Dominique Suraci ha significato cambiare vita. E soprattutto frequentazioni. Basta con le bande di ultras di periferia, basta pregiudicati.Grazie al “re dei supermercati”, Mariolino inizia a frequentare nomi e volti noti della Reggio bene. Tutti alla ricerca di “piccoli anticipi” di denaro liquido che per lungo tempo Suraci ha fatto girare come un prestigiatore, chiedendo a uno per dare all’altro e viceversa.

UN FAVORE PER UN AMICO  Anche Gennaro, grazie ad una fortunata rapina, per qualche anno fa da cassa a Surace e ai suoi amici. Primo fra tutti, l’allora direttore operativo della Multiservizi, Pino Rechichi. È stato Suraci – racconta il pentito – a sollecitare il favore per l’amico Pino. Al pm Stefano Musolino, Gennaro racconta che il “re dei supermercati”, all’epoca già fra i protagonisti dell’agone politico cittadino, « mi dice: ” “Senti ho … dobbiamo fare un favore ad una persona” e io gli faccio: “A chi?” “A Pino Richichi … “. “A Pino Richichi? E vieni tu?”». Una richiesta quanto meno curiosa per Gennaro, che Rechichi – quanto meno per fama – lo conosce in altra veste.

IL FINANZIATORE DEI TEGANO Per il pentito, l’ex direttore operativo della Multiservizi «è una persona da me riconosciuta come uno che problemi economici non ne doveva avere, come lo conoscevo io, perché era aveva finanziato sempre la cosca legano … cioè ogni mese gli mandava i soldi». Un supporto economico costante dovuto ai rapporti di Rechichi con gli arcoti, ed in particolare con «Giovanni Tegano e anche Pasquale (Utano ndr), non so se ‘sti soldi li dividevano», spiega Gennaro, per poi aggiungere «anche Carmelo Barbaro». Legami che all’epoca avevano indotto il collaboratore a chiedere spiegazioni aggiuntive: «gli ho detto: “che cosa serve?”, “no … 50 mila euro” eravamo in euro, quindi già c’era stato il cambio, e vi dico la verità io ce li avevo 50 mila euro, anzi ne avevo 45 a dire la verità in quel momento, però Dominique mi disse “per un mese”, per un mese dice questa cosa, dice tempo un mese tanto tu, “poi facimu l’operazione là con il negozio della concessione eventualmente”».

L’AFFARE ESCA Per indurre Gennaro ad accettare, l’allora enfant prodige della destra scopellitiana mette sul piatto un affare goloso. «Mi disse “ora ti faccio fare un’operazione sul Ponte della Libertà, sto aprendo un’agenzia di scommesse, che ho preso una licenza, ti metti anche tu, ti prendi una quota”». Una di quelle da cui sarebbe nato l’impero Betuniq, quindici anni dopo saldamente in mano a Mario Gennaro? Allo stato, non è dato sapere. Di certo, Suraci sembrava tenerci davvero all’erogazione di quel “prestito” a Rechichi, tanto da spingersi a “garantire” per lui, «dice “poi Pino non c’è problema (lnc.)”».

UN OCCHIO DI RIGUARDO  Gennaro si fa convincere, anche sulla base dei legami che l’ex assessore poteva vantare ad Archi. «Era un personaggio che manteneva buoni rapporti con tutti voglio dire, magari non frequentava però – spiega il collaboratore – è uno che sistemava, è uno di quegli imprenditori che sa come funziona il sistema». Ed è sempre disposto a “mettersi a disposizione”. «Al Vally – dice al riguardo Gennaro – Dominique si occupava dell’amministrazione, era quello che si occupava dei posti di lavoro, mia sorella per esempio fu assunta al Vally, fu assunta allora al Vally in un accordo allora che non mi ricordo se lo fece Franco Benestare oc’era Paolo Schimizzi o chi per loro, però furono assunti una serie di personaggi e di questa parte si occupava Dominique».

IL PRESTITO Anche per questo Gennaro cede. «Gli feci questa operazione – ricorda il collaboratore – quindi gli prestai questi 50mila euro per questo Pino Richichi, che realmente andai io a portargliell a Pino Rechichi quindi non è che sono certo che i soldi andarono a Pino Richichi e Pino Richichi mi fece anche gli assegni della Banca Mediolanum, mi ricordo anche la banca, che io non incassai però, a garanzia diciamo di questi 50mila euro». Il collaboratore non ha mai saputo con precisione a cosa servisse quel denaro, però qualcosa – forse – l’ha intuita.

MULTISERVIZI Al pm dice infatti che «forse però già la Multiservizi esisteva in quell’anno, se non ricordo male già esisteva anche ‘sta Multiservizi, comunque può darsi pure che ricordo male, comunque andai sempre Il al deposito dove era lui… al primo piano ad Archi… dove ‘sta Carmelo Barbaro sotto il ponte, dove ‘sta PasqualeUtano, a fianco a Pasquale Utano c’è questo palazzo.. in via vecchia provinciale». Indicazioni che corrispondono esattamente all’indirizzo della municipalizzata che per anni si è occupata di manutenzione in città, per poi essere sciolta per mafia.

L’ENTOURAGE DI SURACI Ma Rechichi non è l’unico del “giro” che avesse bisogno di soldi. Al seguito di Suraci, appena uscito dal carcere, proprio nel periodo delle elezioni del 2001 o poco dopo, Gennaro racconta di aver iniziato «a vedere altri personaggi diciamo non di ‘ndrangheta, come le posso dire, personaggi di ambienti più puliti per esempio mi ricordo un certo Franco Labate, ma Franco Labate, non Franco labate dei Labate, Franco Labate che mi pare fosse un imprenditore edile, che se non sbaglio una volta andammo a trovare con Dominique, non so se aveva qualcosa a Pellaro, aveva la casa a Pellaro, va beh … non mi ricordo, comunque un personaggio che è più di ambienti politici, di ambienti diversi». Oltre a lui, il pentito ricorda «un altro Tibaldi, Michelangelo Tibaldi, insomma Dominique frequentava questi personaggi, Enzo Lo Giudice, insomma, io che ero appena uscito dal carcere, insomma mi vedevo con questi personaggi».

L’AMICO DEGLI AUDINO In più, ricorda alla fine, c’era «un altro personaggio che Dominique attingeva spesso era coso, questo qua faceva abbigliamento, era pure molto amico con Mario Audino e con Franco, mannaggia … mannaggia non mi viene Il nome, va beh, appena mi viene ve lo dico». Un profilo che coincide con quello di un imprenditore, storicamente vicinissimo a Suraci, come lo stesso pentito ha confermato al termine dell’interrogatorio, definendo l’imprenditore vicino a Mario e Franco Audino, «più Mario però». B., come gli altri imprenditori, per Gennaro «sono personaggi, come le posso dire, che sanno come funziona il sistema a Reggio, ecco questo le voglio dire, non è che B. arriva e apre quindici negozi a Reggio Calabria, così… Per esempio mi ricordo di Mario Audino, per esempio mi ricordo che fu coinvolto nel business del… ecco c’era pure Peppe (De Stefano ndr) coinvolto in questa cosa, in questa operazione».

TRA AFFARI E POLITICA Per Gennaro, non si tratta di una vera e propria frequentazione. Al pm spiega, «fate finta che io ero messo là in macchina con Dominique, sentivo e non sentivo, sempre parlava di soldi, assegni lui, Dominique dice: “Questo oggi mi ha dato ‘sti soldi, domani glieli devo tornare”, lui andava sempre per soldi, quindi aveva sempre situazioni di soldi questa persona». Non si trattava però solo di rapporti economici. «Più di una volta con Dominique, con queste persone li incontravano pure la … al Comune, sotto il Comune», aggiunge il pentito. Ma – aggiunge Gennaro – «loro facevano riunioni pure da questo Barrile che aveva, questo Barrile aveva lo studio a San Brunello, e più di una volta andai con Dominique da ‘sto Barrile e facevano riunioni tutti».

L’INAFFIDABILE RECHICHI Non tutti però sono persone affidabili e Gennaro lo impara a spese proprie. Nonostante le rassicurazioni del politico, come i tentativi di ottenere più tempo per la restituzione, Rechichi non ha mai versato al pentito i cinquantamila euro che aveva ottenuto in prestito. «A distanza di 3
/4 mesi – riferisce il pentito –  ‘sto Richichi ‘sti soldi non me li aveva ancora dati, vado a verificare l’assegno, assegno conto chiuso». Quel titolo che doveva servire come garanzia, era ormai carta straccia. . «Me ne vado da Dominique e faccio il bordello non a Pino, a Dominique. Mi disse “va bene”, mi vide molto incazzato perché tra l’altro era già nato un po’ di astio con lui, perché lui aveva fatto questa sala giochi sul coso ma non mi aveva messo nella società, mi aveva tenuto fuori». In quell’affare erano entrati solo «Michi Cotroneo, Dominique, Enzo lo Giudice aveva una quota, Massimo Arecchi uno che poi gestiva ‘sta sala e adesso non ricordo se pure Domenico Ventura gli diedero una quota».

TRANQUILLO, FACCIO IO Di fronte alle rimostranze di Gennaro, Suraci non si scompone. Il collaboratore racconta che « mi disse “Tranquillo” e mi diede i soldi lui, quindi ‘sti 50 mila euro me li restituì lui per conto di Pino Rechichi, quindi quale business, quale interesse, lui in quel momento avesse con Pino, non lo so nè tantomeno gli sono andato a chiedere o mi sono rivolto a persone in quel momento, l’ho chiusa in questa maniera e da lì si raffreddarono diciamo i rapporti con ‘sto Dominique». Ma quanto vissuto insieme all’ex enfant prodige della destra scopellitiana, basta a Gennaro per tracciare un – esatto – profilo criminale dell’ex assessore Dominique Suraci.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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