REGGIO CALABRIA Una delegazione di Confindustria Reggio Calabria, composta dal presidente Andrea Cuzzocrea e dall’avvocato Salvino Galluzzo, consulente legale dell’associazione, è stata audita dalla commissione Giustizia del Senato, nell’ambito dell’iter di riforma del Codice delle leggi antimafia per la parte che riguarda la modifica dell’istituto delle interdittive antimafia. Durante i lavori dell’organismo parlamentare, presieduto dal senatore Nico D’Ascola, i rappresentanti di Confindustria, è scritto in una nota, «hanno ribadito la necessità e l’urgenza della riforma dell’istituto al fine di colpire le aziende effettivamente condizionate dal fenomeno mafioso e limitare gli effetti paradossali. Una posizione pienamente condivisa e sostenuta da Unindustria Calabria e da Confindustria nazionale». «Una questione delicata – è stato evidenziato dagli industriali reggini – in ragione del difficile bilanciamento tra l’esigenza, da un lato, di impedire le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e quella, dall’altro, di contenere i “danni collaterali” al mondo dell’impresa e del lavoro, derivanti dal vigente sistema normativo».
Nel solco della linea da tempo tracciata da Confindustria, Cuzzocrea in particolare ha sottolineato la «necessità di interventi tempestivi ed efficaci per modificare in meglio l’istituto delle interdittive, mediante una correzione della disciplina che eviti il rischio della desertificazione del tessuto produttivo del territorio». In particolare, ad avviso del presidente, «trattandosi di incidere su libertà fondamentali dei cittadini, non ci si può basare su giudizi prognostici e valutazioni probabilistiche, ma su comportamenti oggettivi ed accertati delle imprese da sottoporre alla misura interdittiva, che comprovino l’esistenza di un condizionamento effettivo e non meramente “possibile”».
In questo quadro, da Confindustria è stata formulata alla commissione una serie di proposte di modifica il cui fine è «contemperare l’interesse alla più ferma repressione dei fenomeni criminali con la tutela dei principi costituzionali in materia di libertà economica privata e di lavoro. In una realtà sociale afflitta dalla piaga della disoccupazione, soprattutto giovanile, non è possibile rischiare di chiudere imprese che solo ipoteticamente potrebbero correre il rischio di essere condizionate. Peraltro in siffatti casi lo Stato dovrebbe farsi carico di introdurre elementi di salvaguardia ed eliminazione del rischio, non di rimuoverlo alla fonte chiudendo le aziende».
Sia Cuzzocrea che l’avvocato Galluzzo hanno inoltre posto l’accento sull’importanza delle white list, e ne hanno auspicato il potenziamento, evidenziando trattarsi di strumento in grado di dare certezze agli operatori economici sui fronti della legalità e della tutela.
Al termine dell’audizione, Cuzzocrea ha ringraziato «il senatore D’Ascola che ha inteso articolare i lavori della commissione da lui presieduta dando l’opportunità di essere ascoltate alle categorie produttive e alle realtà dei territori che, nel caso di Reggio Calabria, presentano una serie di specificità negative».
Un ringraziamento infine è stato rivolto ai senatori «Giovanardi e Falanga che hanno colto il valore dell’impegno promosso da Confindustria per rendere le interdittive più efficaci ma al tempo stesso più “intelligenti”, in modo tale da circoscrivere le conseguenze negative derivanti dall’uso di questo strumento, che ormai sono riconosciute da tutti».
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