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A Pizzo l’arte (di strada) che mette Radici

Il nome che hanno scelto non è casuale. Non può esserlo, quando decidi di chiamare “Radici” la tua associazione e riesci a fare della tua città, per quattro anni, un porto per artisti lasciati liberi…

Pubblicato il: 27/10/2016 – 19:09
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A Pizzo l’arte (di strada) che mette Radici

Il nome che hanno scelto non è casuale. Non può esserlo, quando decidi di chiamare “Radici” la tua associazione e riesci a fare della tua città, per quattro anni, un porto per artisti lasciati liberi a contaminare gli spazi urbani con la loro creatività. Non si tratta della retorica abusata che rimanda al rapporto con i luoghi, con i nostri Sud, come forma di rassegnazione all’immobilità inesorabile. Tutt’altro: ciò che hanno fatto i ragazzi di Pizzo, con il Mura Mura prima e con lo Strati Festival dopo, è quanto di più lontano dal concetto di conservazione. È, invece, un gesto d’amore rivoluzionario: attraverso l’arte, in questo caso la street art, sono riusciti a dare forma e sostanza a una pratica reale, tangibile e duratura di rigenerazione urbana.
Così, dall’imponente ed etereo collezionista di venti di Edoardo Tresoldi fino alle piccole schegge di fascino felino disseminate per la città da Antonio La Gamba, i militanti della bellezza dell’Associazione, e gli artisti che hanno creduto nel loro progetto, sono riusciti a regalare una nuova vita ai loro luoghi, un’anima colorata a un’intera comunità. Piazze, giardini, palazzi, muri, balconi: ogni area pubblica, specie se degradata o non utilizzata, diventa per gli interpreti della street art materia di studio e d’intervento, con il risultato che ai cittadini viene restituita una visione del tutto nuova, rigenerata, degli spazi collettivi da vivere e condividere.
Farla lunga, a parole, sulla bontà di queste iniziative sarebbe una contraddizione banale che provo ad evitare a chi legge. Non tanto perché il Corriere della Calabria lo ha già raccontato nei giorni della seconda edizione del Festival (qui il testo). Ma soprattutto perché l’impatto sul territorio di questa contaminazione diffusa di arte urbana bisogna vederlo, viverlo.
Su questa pagina Facebook si può trovare un bel video realizzato dai ragazzi di CowProject sullo Strati Festival 2016, con le interviste ai protagonisti di quest’anno: An Wei, Lucia Alonso e La Gamba. Di seguito, invece, alcune delle opere che sono state realizzate in questi quattro anni (qui tutte le foto dell’edizione di quest’anno).
Con la speranza che, oltre alle immancabili (e sterili) critiche paesane, i ragazzi dell’associazione Radici (Gloria Pizzonia, Domenico Ceravolo e Gregorio Torchia) trovino un sostegno stabile e concreto non solo nelle “istituzioni”, ma soprattutto nella comunità che, grazie al loro impegno, si riappropria di beni comuni restituiti alla bellezza.

Il mare ti prende, il mare ti dà – Lucia Alonso (2016)

2016 Lucia Alonso Il mare ti toglie il mare ti da

 

Sunset – Luca Ximenes (2015)

2015 Luca Ximenes Sunset

 

L’abbraccio – Borondo (2013)

2013 borondo labbraccio

 

Lupe (2012)

2012 LUPE

 

s.pelaia@corrierecal.it

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