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Fondi europei non per tutti

RENDE Nella nostra regione poche aziende usufruiscono dei finanziamenti europei. Infatti, i fondi Ue hanno inciso solo sul 4,5% delle imprese calabresi. È la percentuale sul totale delle aziende ch…

Pubblicato il: 07/11/2016 – 12:15
Fondi europei non per tutti

RENDE Nella nostra regione poche aziende usufruiscono dei finanziamenti europei. Infatti, i fondi Ue hanno inciso solo sul 4,5% delle imprese calabresi. È la percentuale sul totale delle aziende che ha ottenuto benefici dall’utilizzo delle risorse erogate dal Programma operativo regionale della Calabria per il periodo 2007-2013. Le difficoltà di accesso prioritarie sono: complessità dei bandi, tempi elefantiaci per l’ammissione e per l’erogazione delle risorse. E, intanto, sui 2,4 miliardi di euro della nuova programmazione si affaccia la preoccupazione dell’illegalità nella gestione degli incentivi al sistema economico. Se nel 2016 prosegue, per il terzo anno consecutivo, il miglioramento dell’indice di fiducia generale degli operatori economici, quale indicatore di sintesi sulle prospettive economiche del sistema imprenditoriale locale, non sembra certo essere merito della messa in campo dei finanziamenti europei.

FONDI UE USATI SOLO DA SETTEMILA AZIENDE Sarebbero solo settemila, infatti, pari al 4,5% del totale del sistema imprenditoriale regionale, le aziende calabresi ad aver ottenuto benefici dall’utilizzo dei fondi comunitari nel settennato della programmazione 2007-2013. Ancora meno significativo il numero dei soggetti economici che ha visto crescere il proprio fatturato (2,7%) o aumentare, al di sotto di ogni aspettativa prevista, i propri livelli occupazionali (4,7%). È il quadro che emerge dal consueto rapporto annuale sull’economia locale realizzato dall’Istituto Demoskopika per conto della Banca di credito cooperativo Mediocrati.
I risultati sono stati presentati, nella sede della Bcc di Rende, lunedì mattina alla presenza di rappresentanti politici nazionali e regionali, del mondo delle istituzioni, dell’economia e dell’università. I lavori sono stati moderati dalla giornalista Annamaria Terremoto. Quella scattata è una fotografia ancora in bianco e nero. C’è qualche piccolo segnale di ripresa ma non bisogna perdere l’ultimo treno. «Non è più possibile che le nostre imprese – ha detto il presidente della Bcc Mediocrati Nicola Paldino – non utilizzino i fondi europei. Pensiamo che cosa possano fare due miliardi e mezzo per la Calabria. Siamo l’ultima regione europea per Pil. Bisogna riconoscere che comunque la Regione sta facendo un lavoro immane. Il sistema bancario deve cambiare come tutti noi».
Sergio Magarelli direttore della sede regionale della Banca d’Italia, filiale di Catanzaro, ha sottolineato gli aspetti più tecnici di accesso al credito che «diventa un fattore vincente per le banche. Queste ultime devono però combattere anche con il problema dei redditi bassi. Bisogna aumentare gli investimenti».

UN IMPRENDITORE SU DUE CONOSCE I FONDI UE Dallo studio realizzato è emerso anche un problema legato alla “notorietà” dei fondi Ue: un imprenditore su due li conosce, ma solo il 15% ha partecipato ai bandi. Oltre la maggioranza delle aziende intervistate, il 54,6%, è a conoscenza dell’esistenza dei fondi europei. L’altra parte consistente – quasi metà del campione – il 45,4%, dichiara, invece, di non aver mai sentito parlare dei fondi europei. I più informati appaiono gli imprenditori agricoli (63,6%), i meno attenti, al contrario, i soggetti imprenditoriali del comparto dell’industria e del commercio (53,1%). Tra chi li conosce, il 27,4%, pari al 15% dell’intera popolazione imprenditoriale locale, ha partecipato ai bandi e agli altri strumenti attuativi, per poter beneficiare dei finanziamenti e degli incentivi comunitari.
Il rapporto è stato illustrato nei dettagli dal direttore di Demoskopika Nino Floro: «Il 2016 sarà sicuramente un anno migliore rispetto ai precedenti. Chiave di lettura dell’intero studio è stata la valutazione dei fondi. Ma non si parla molto degli impatti sul sistema economico. Ci siamo chiesti se questi fondi hanno determinato un incremento sugli investimenti e sull’intero sistema economico. Partiamo da un dato: quello sulla conoscenza dei fondi Ue. Dopo la conoscenza c’è il problema della pubblicizzazione dei fondi. Bisogna recuperare la fiducia negli imprenditori e semplificare le procedure per l’accesso ai fondi».

ACCESSO AL CREDITO Le criticità più rilevanti sono quelle relative alle procedure e modalità per poter utilizzare i fondi. Natale Mazzuca, presidente del Comitato delle Politiche di coesione di Confindustria, ha spiegato che cosa si deve fare per accedere al credito: «Siamo stati tutti protagonisti di una brutta stagione. La nuova fase sarà l’ultima chiamata per la Calabria. Qui non è purtroppo cambiato nulla. Non sono i fondi comunitari il tema del dibattito ma il futuro: serve un cambio antropologico delle persone. Avendo la fortuna di avere un sottosegretario come Gentile che si occupa di queste cose e un governo regionale propositivo dobbiamo stare uniti e agire. Adesso è importante anche il fatto di poter usufruire della digitalizzazione: con un semplice clic si può partecipare ai bandi. Non ci sarà crescita senza credito».

GENTILE: È L’ULTIMA OCCASIONE «Non possiamo più permetterci di perdere questa occasione di utilizzare i fondi Ue». Ne è convinto il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonio Gentile con delega al Cipe che, a Rende, ha partecipato alla presentazione del Rapporto Bcc Mediocrati sull’economia cosentina realizzato da Demoskopika. «Questa forte dicotomia tra lo sforzo di portare fondi al Sud – ha detto Gentile – e il Sud che non spende poi questi fondi ci mette in grande difficoltà. Sui nuovi bandi c’è già un ritardo nel Mezzogiorno e in Calabria ancora di più. Se oggi i fondi ci sono dobbiamo attrezzarci per usarli. Registriamo un notevole ritardo dovuto pure all’insipienza delle classi dirigenti. La gente calabrese deve sapere quello che accade perché questa è davvero l’ultima occasione e su questo noi abbiamo insistito sulla Finanziaria dello Stato, perché non mi piace chiamarla Legge di stabilità. Annuncio una misura a favore della capitalizzazione delle imprese che dovrà dare supporto e fiducia alle aziende. Si vuole anticipare un aiuto alle piccole e medie imprese. La nuova politica industriale al Sud non sarà più impostata sui fondi a pioggia, ma sarà basata su un sostegno alle imprese attraverso un più facile accesso ai fondi e con il supporto della digitalizzazione. Non dobbiamo perdere l’occasione e superare questa fase difficile».

LA REGIONE: TIMIDO SEGNALE DI RIPRESA Assente il governatore Mario Oliverio impegnato a Reggio all’inaugurazione del reparto di Cardiochirurgia. A farne le veci l’assessore regionale alle Infrastrutture Roberto Musmanno che ha spiegato come sarà possibile rendere meno burocratiche le procedure. E ha snocciolato dati di crescita in Calabria: «Non è vero che le cose vanno sempre male qui. Anche se i segnali sono timidi. La nostra regione testimonia una incapacità di spesa assolutamente inconsistente. La modalità con cui sono state spese queste risorse è stata poco interessante per lo sviluppo del territorio. Si è trattato di un danno duplice perché significa che i fondi sono stati spesi senza una adeguata programmazione. Non c’è più in Calabria la possibilità di usare la carta come strumento di comunicazione con la Regione: tutto avviene in modo telematico ed è informatizzato. Ciò permette di garantire maggiore trasparenza e una migliore qualità dei progetti: sarà un elemento importante nell’accesso ai bandi. Ma ricordiamo una cosa: le risorse non sono solo quelle dei fondi europei: bisogna accedere anche alle altre disponibili per il Sud. Deve essere superato l’isolamento territoriale». Il presidente di Federcasse Alessandro Azzi ha concluso l’incontro tirando le somme sulla riforma del credito cooperativo: «Non posso non rilevare le criticità sull’uso dei fondi europei: il primo fra tutti riguarda il problema dell’accessibilità. Noi italiani siamo tra gli ultimi a trarre benefici dall’appartenenza all’Unione Europea. Il Sud è una componente importante del mercato i
taliano».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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