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Arpacal, vietato risparmiare

CATANZARO Per alcuni enti regionali la spending review non vale. I tagli, approvati per legge, possono essere bypassati, dimenticati. Basta trovare una “pezza” giustificativa e le regole finiscono in…

Pubblicato il: 16/11/2016 – 14:22
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Arpacal, vietato risparmiare

CATANZARO Per alcuni enti regionali la spending review non vale. I tagli, approvati per legge, possono essere bypassati, dimenticati. Basta trovare una “pezza” giustificativa e le regole finiscono in un cassetto mentre aumenta la spesa per il personale e i manager guadagnano più di quanto dovrebbero. Nell’istruttoria sul rendiconto di gestione per l’esercizio finanziario 2014 – anno in cui la Regione era governata dal centrodestra – va in scena un siparietto a colpi di norme tra i dipartimenti Bilancio e Ambiente. Riassumendo: nel primo pensano che l’Arpacal abbia scialacquato, nel secondo che sia un ente virtuoso. Il senso dell’analisi della struttura che si occupa dei conti è chiaro: «Sembrerebbe emergere che l’Arpacal non abbia rispettato la normativa in materia di spending review con riferimento alla riduzione della spesa di personale e alla riduzione degli emolumenti riconosciuti agli organi di indirizzo, direzione e controllo». Però, continua il ragionamento, «viste le note (138682 del 29 aprile 2016 e 214294 del 4 luglio 2016) rispettivamente dell’Ufficio legislativo del segretariato generale e del dipartimento Ambiente e Territorio, il dipartimento Bilancio non può che limitarsi a prendere atto che il dipartimento vigilante, a fronte dei chiarimenti comunicati, afferma il rispetto della normativa in questione, nel corso dell’esercizio 2014 da parte di Arpacal, con riferimento agli emolumenti riconosciuti agli organi di direzione dell’Agenzia». Insomma: per noi c’è qualcosa che non quadra ma non abbiamo il potere di intervenire, soltanto quello di chiedere ai colleghi di verificare. E in effetti è ciò che succede: «Si rinviano al dipartimento vigilante – si legge nelle conclusioni della ricognizione – un supplemento istruttorio in ordine alle questioni indicate nella presente relazione nonché autonome valutazioni e determinazioni, stante il permanere di una diversa veduta da parte del dipartimento Bilancio».

LA SPESA PER IL PERSONALE Ma cosa è successo, nello specifico? Secondo i tecnici, «l’Arpacal non ha rispettato» un limite imposto nella legge regionale numero 12 del 2009 (ha rispettato, invece, la legge che prevede un taglio del 10% rispetto alla spesa per il personale sostenuta nel 2010). La norma stabiliva che la spesa per il personale degli enti regionali, ad esclusione di quelli operanti nel comparto della sanità, «non può essere superiore, per l’anno 2009, ai corrispondenti complessivi oneri assunti nell’anno 2008». Per il 2014, dunque, il limite di spesa dovrebbe essere fissato in 12,6 milioni di euro: tetto sforato, secondo le cifre ufficiali, che fissano i costi a 15 milioni. A “salvare” l’Arpacal intervengono il dipartimento Ambiente e l’Ufficio legislativo del segretariato generale. L’agenzia è assolta: per lei non valgono i limiti fissati nel 2009, c’è una «norma speciale (…) in base alla quale sarebbe stabilita una sorta di deroga a favore dell’Agenzia, con riferimento al superamento di qualsivoglia limite sulla spesa di personale, in ragione della necessità di dare compiuta attuazione alla struttura organizzativa dell’Agenzia tramite l’autorizzazione delle assunzioni».

arpacal
(Il confronto tra i costi del management Arpacal nel 2009 e nel 2014)

Il fatto è, secondo i funzionari del dipartimento Bilancio, «in contrasto con quanto rilevato nella relazione istruttoria effettuata dall’ispettorato del ministero dell’Economia e delle finanze eseguita presso l’Arpacal dall’11 aprile 2012 all’11 maggio 2012, con particolare riferimento ai controlli sulla spesa del personale e al rispetto dei limiti previsti dalla normativa regionale in materia di spending review». Gli ispettori non hanno dubbi: «L’Arpacal, soprattutto a causa dell’aumento delle spese di personale conseguito alle assunzioni, non ha rispettato il vincolo di spesa stabilito, per gli anni 2009 e 2010, dall’articolo 25 della legge finanziaria regionale numero 19 del 12 giugno 2009».

GLI STIPENDI DEI MANAGER E i manager? Secondo il dipartimento Bilancio hanno guadagnato troppo. I tecnici si basano, per le loro valutazioni, sulla legge regionale numero 22 dell’11 agosto 2010, secondo la quale i compensi per le retribuzioni avrebbero dovuto essere ridotti del 20%. Anche in questo caso, davanti alle contestazioni, saltano fuori questioni interpretative per giustificare il maggior esborso. La norma si applica agli enti finanziati con fondi regionali. Secondo il dipartimento Ambiente, l’Arpacal non appartiene a questa schiera, «in ragione della provenienza statale e non regionale dei trasferimenti a essa assegnati». Nelle stanze del dipartimento Bilancio non la pensano così: l’affermazione può «essere assolutamente confutata in base alle regole di finanza pubblica». Le dotazioni finanziarie dell’Arpacal, con riferimento alla copertura delle spese di funzionamento, sono costituite da una percentuale del Fondo sanitario regionale, «il cui importo è appostato tra le spese correnti del bilancio regionale». Non ci dovrebbero essere dubbi, visto che il «Fsr è alimentato da quote di risorse erariali di spettanza regionale, aventi specifico vincolo di destinazione e annualmente stabilite con legge regionale». E invece i dubbi saltano fuori a ogni confronto tra dipartimenti. Ci sono divergenze addirittura “filosofiche”, cioè su quale sia il tipo di rapporto di lavoro esistente tra il management e l’agenzia. Ma tutti i pareri portano alla stessa conclusione: secondo i tecnici del Bilancio i conti non sono in ordine, secondo quelli dell’Ambiente sì. I primi pensano che il taglio del 20% negli stipendi previsto dalla spending review nel 2010 andasse applicato senza indugi, i secondi rispondono che «il taglio non deve essere applicato ai direttori dell’Agenzia» perché «i compensi ad essi riconosciuti, riferiti a figure paritetiche istituite presso le Aziende sanitarie, risultano essere già stati oggetto di taglio». Vietato risparmiare, insomma.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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