"Alta tensione 2", l'ex assessore Plutino condannato a 9 anni
REGGIO CALABRIA Pene leggermente ridimensionate, un’assoluzione confermata e un’altra forse inattesa, molte conferme. Passa anche lo scoglio del secondo grado il processo Alta tensione 2, che alla sb…

REGGIO CALABRIA Pene leggermente ridimensionate, un’assoluzione confermata e un’altra forse inattesa, molte conferme. Passa anche lo scoglio del secondo grado il processo Alta tensione 2, che alla sbarra ha visto l’ex assessore comunale Pino Plutino, condannato tanto in primo come in secondo grado, perché considerato il referente politico-amministrativo del clan Caridi-Borghetto-Zindato.
LA DECISIONE DELLA CORTE Assolto da un capo di imputazione, l’ex politico strappa una lieve riduzione di pena, ma la condanna per lui rimane pesante. Per decisione della corte, l’ex assessore dovrà passare dietro le sbarre 9 anni, in luogo dei 12 precedentemente rimediati. Una lieve riduzione di pena arriva anche per Domenico Condemi, condannato a 22 anni e 6 mesi in primo grado e a 20 in secondo. Decisamente meglio va al fratello di “Doddy”, Filippo, punito in primo grado con 10 anni e assolto in appello. Incassa un’assoluzione anche Diego Rosmini, in primo grado condannato a 4 anni. Lievi riduzioni di pena sono state infine accordate a Natale Paolo Alampi, che passa da 5 anni di condanna a 4 anni e 8 mesi, e Antonio Casili, punito con 4 anni in primo grado e 2 in appello.
LE CONFERME Tutte confermate invece le condanne inflitte a Vincenzo Rotta e Rosario Calderazzo, (11 anni e 6 mesi), Vincenzo Lombardo (11 anni), Giuseppe Pasquale Esposito (10 anni e 6 mesi), Natale Cuzzola (10anni), Diego Quartuccio e Leo Caridi, (9 anni e 6 mesi). Confermata anche l’assoluzione di Bruno Doldo, il poliziotto accusato di aver soffiato agli uomini del clan Caridi Borghetto-Zindato, particolari sull’indagine all’epoca in corso a loro carico, e il boss Pasquale Libri.
DIBATTIMENTO COMPLESSO E COLPI DI SCENA Anche dalla Corte d’appello arriva dunque una sostanziale conferma dell’impianto accusatorio dell’inchiesta, coordinata dal pm Musolino, che ha svelato come le ‘ndrine controllino i quartieri San Giorgio Extra, Boschicello, via Pio XI, Modena. E sono state loro – è emerso dal procedimento di primo e secondo grado – a prodigarsi per la rielezione di Plutino, ricatapultato a Palazzo San Giorgio nel 2011, con un’ondata di consensi, che lo hanno trasformato da semisconosciuto consigliere di periferia, transitato dall’Udc al Pdl, a campione delle preferenze, proiettato nell’Olimpo dei primi cinque eletti in città.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it