Spiaggia di Montauro, l'Arpacal: «Non c'è radioattività»
CATANZARO «Le misure realizzate a contatto stabiliscono che l’area è priva di contaminazione radiometrica». È questa la frase cardine delle conclusioni dello studio condotto da Arpacal nelle zone int…

CATANZARO «Le misure realizzate a contatto stabiliscono che l’area è priva di contaminazione radiometrica». È questa la frase cardine delle conclusioni dello studio condotto da Arpacal nelle zone interessate dal sopralluogo della “iena” Giulio Golia nei giorni scorsi in cui si paventava, con toni allarmistici, la presunta radioattività della spiaggia di Calalunga di Montauro, a Catanzaro.
A firmare il documento di sei pagine contenente i dati e le risultanze delle analisi, è Salvatore Procopio, fisico dell’agenzia calabrese e vicepresidente nazionale dell’associazione italiana radioprotezione (Airp). È stato lui a condurre sul litorale catanzarese le analisi con l’ausilio della strumentazione più avanzata che ci sia in Italia (in tutto il Paese esiste solo un altro laboratorio a utilizzare una strumentazione analoga) e certificata dal Politecnico di Milano qualche mese fa.
Nel documento (che potrete leggere e scaricare cliccando su questo link: http://www.arpacal.it/allegati/calalunga241116.pdf) si specifica quindi come i valori rilevati siano assolutamente in linea con i valori normali dati dalla cosiddetta radiazione naturale. La Terra, infatti, è “avvolta” da un campo di radiazione ionizzante di tipo naturale prodotta da due fattori: la geologia del territorio e la radiazione proveniente dai raggi cosmici. La loro intensità, sommata, restituisce il valore della radiazione naturale. È utile ricordare come la radiazione extraterrestre diventi significativa oltre i 1000 metri sul livello del mare, mentre al livello del mare – dove cioè sono state effettuate le misurazioni – la radioattività misurata è interamente quella del suolo.
Inoltre, materiali da costruzione come il cemento, hanno una radioattività intrinseca data proprio dalle proprietà delle sue componenti, capaci – diciamo così – di “amplificare” le radiazioni ambientali. A tal proposito, un campione dei blocchi di cemento presenti sull’arenile è stato prelevato dai Vigili del Fuoco per essere analizzato in laboratorio al fine di quantificare il valore della radiazione intrinseca di quei determinati blocchi.
I NUMERI Nelle conclusioni del report si legge: «Il valore medio su una vasta area di spiaggia è pari a 138±39 nGyh-1. Il dato va considerato in un ottica di variabilità del fondo naturale dove si può avere, per esempio, che nella città di Orvieto il fondo ambientale è pari a 560 nGyh-1, nella provincia di Biella, dove è presente la Sienite della Balma, è di 670 nGyh-1 o ancora nella città di Foggia è pari a 43 nGyh-1». E ancora: «Una radioattività naturale di questo tipo, così come risulta da indagini[ii] già effettuate sulla costa ionica ed in particolare nell’area di nostro interesse, si può spiegare con la presenza, nella sabbia silicea di una densità volumetrica importante, nell’ordine dei 100–500 g/cm3, di un minerale denominato monazite ricco di radionuclidi capostipiti delle catene naturali: uranio 238 (238U) e torio 232 (232Th). Si esclude dunque la presenza di radionuclidi di origine antropica».
Le analisi si sono concentrate su tutta la superficie della spiaggia di Calalunga e sono state eseguite in loco, ma quattro campioni di sabbia sono stati prelevati e saranno analizzati dal laboratorio Arpacal di Cosenza per un confronto con i dati ottenuti in loco.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it