«Cardiochirurgia a Reggio? Inaugurata prima di essere autorizzata»
REGGIO CALABRIA La Cardiochirurgia di Reggio Calabria è stata inaugurata ancor prima di essere autorizzata all’attività dal commissario regionale della Sanità. È quanto denuncia il segretario azienda…

REGGIO CALABRIA La Cardiochirurgia di Reggio Calabria è stata inaugurata ancor prima di essere autorizzata all’attività dal commissario regionale della Sanità. È quanto denuncia il segretario aziendale dell’Ao “Bianchi-Melacrino-Morelli” Gianluigi Scaffidi, che sulla questione ha presentato un esposto, tra gli altri, alla Procura della Repubblica di Reggio, al ministro della Salute Lorenzin e ai vertici della Regione Calabria.
«Preso atto che l’autorizzazione all’esercizio nonché l’accreditamento della Uo di Cardiochirurgia di questa Azienda sono avvenute con il Dca 139 del 2016 del 27 dicembre scorso, rimarco la falsità della inaugurazione della Uo in questione avvenuta in data 7 novembre 2016, cioè ben 50 giorni prima che fosse possibile, nel rispetto della legge, l’inizio dell’attività».
«Ma la necessità, imposta dalla malapolitica e accettata dalla direzione aziendale, di promuovere operazioni propagandistiche finalizzate alla campagna referendaria per il Sì era impellente e, quindi – continua Scaffidi –, è stata inaugurata una cardiochirurgia chiusa fregandosene del fatto che una inaugurazione crea, giustamente, attese nei cittadini che si sono trasformate in delusioni e, in un caso, anche in un decesso per intempestività di intervento. Ma l’importante era la presenza del ministro che, complice un partigiano e fazioso Ordine dei medici, ci ha deliziato con le meraviglie del si tipo “tutti i cittadini saranno curati in modo uguale” o “voi medici avrete i Pdta (Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali, pratica già esistente da fine anni 90) etc. etc».
«Sul decesso del 37enne per intempestività di intervento esiste, però – aggiunge il segretario aziendale –, una responsabilità morale tutta da ascrivere a chi conosceva la reale situazione della inaugurazione di una Cardiochirurgia priva dell’unico provvedimento valido per iniziare l’attività: il Dca 139 del 27 dicembre. Tra questi vi sono, certamente, il direttore generale dell’Ao, Benedetto, il direttore sanitario aziendale Albanese, il dirigente generale del dipartimento Tutela della salute, Fatarella, il presidente Oliverio e, soprattutto, i commissari Scura e Urbani firmatari del Dca – giova ripetere – emanato 50 giorni dopo la pomposa inaugurazione. Se responsabilità di altro tipo, oltre quelle morali, sono riscontrabili chiedo alla Procura della Repubblica di accertarlo integrerando gli esposti già inviati con la presente nota».
Scaffidi prosegue: «Ancora, nel Dca in questione si legge testualmente che “l’azienda ha avviato un piano di adeguamento antincendio finalizzato ad ottemperare alle prescrizioni del Decreto Ministeriale del 19 marzo 2015. Per tali adempimenti l’azienda ospedaliera ha nominato un professionista responsabile per la sicurezza antincendio affidandogli l’incarico di espletare le attività richieste e consentire la presentazione al comando dei VV.FF. la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) di prima fase nel più breve tempo possibile”. Risulta che l’Azienda, in data 16 novembre 2016, abbia rassicurato gli organismi competenti (presidente commissione aziendale per l’autorizzazione e accreditamento di Vibo Valentia, commissario ad acta Scura, dirigente generale Fatarella) che si sarebbe rispettato il piano adeguamento antincendio previsto dal decreto del Mi del 19 marzo 2015 “presentando la Scia di prima fase nel più breve tempo possibile” Tale fase è scaduta dal 20 aprile 2016. A conferma della grave inadempienza l’Azienda, con delibera 762 del 15 novembre 2016, ha ampliato funzioni e poteri già assegnati a un consulente esterno attribuendogli anche la responsabilità del Sgsa (Sistema di gestione della sicurezza finalizzato all’adeguamento antincendio delle attività sanitarie). Nel rammentare la data di scadenza della prima fase del piano di adeguamento antincendio chiedo alla Procura della Repubblica la valutazione dell’agibilità della Uo in questione».
«Chiedo, infine – conclude Scaffidi –, di conoscere l’attuale regolamentazione dell’organizzazione della Uo di Cardiochirurgia in considerazione del fatto che risultano recenti dimissioni di un cardioanestesista vincitore del concorso specifico ritenuto dalla stessa azienda (vedi delibera numero 3 del 3 gennaio 2017) quale “unico candidato vincitore al quale potenzialmente… si sarebbe potuto attribuire… la responsabilità della Ssd di Rianimazione Cardiochirurgica”».