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Cosenza, il traffico di rifiuti e i movimenti nel campo rom

COSENZA Un’intensa attività di indagine che ha portato a monitorare come avveniva il traffico illecito di rifiuti e rame. Lo hanno riferito ai giudici del Tribunale di Cosenza gli investigatori che…

Pubblicato il: 12/01/2017 – 14:39
Cosenza, il traffico di rifiuti e i movimenti nel campo rom

COSENZA Un’intensa attività di indagine che ha portato a monitorare come avveniva il traffico illecito di rifiuti e rame. Lo hanno riferito ai giudici del Tribunale di Cosenza gli investigatori che fecero le indagini, sentiti come testimoni nel processo sul presunto traffico di rifiuti e rame all’interno dell’azienda “Euro rottamazioni”, in contrada Padula a Zumpano. Qui – secondo l’accusa – confluivano vari tipi di rifiuti, oltre a ingenti quantitativi di cavi in rame prelevato furtivamente a società operanti nel settore energetico, dei trasporti e delle telecomunicazioni. Cento tonnellate di rame sono state quantificate dagli uomini del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del comando provinciale di Cosenza che hanno effettuato le indagini – coordinate dalla Dda di Catanzaro e dalla Procura di Cosenza – dell’operazione “Efesto”, che ha portato all’adozione di misure cautelari, nei confronti di sei persone con l’accusa di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, ricettazione aggravata e associazione per delinquere. Per cinque degli indagati è stata disposta la misura cautelare dei domiciliari. Davanti al Tribunale di Cosenza (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda), dove ha preso il via il processo con rito ordinario, per Calina Florica Lacatas, Traian Mihai Lacatas, Sandu Lacatas, Giovanni Palma, Giuseppe Palma, Liviu Lacatas, Paler Laviniu Ciurar che sono accusati di traffico dei rifiuti, di rame e ricettazione. Il provvedimento emesso dal gip di Catanzaro aveva previsto anche il sequestro dell’azienda “Euro rottamazione” e dei beni aziendali, nonché il sequestro preventivo di un furgone utilizzato per il trasporto di cavi in rame. Il collegio ha ascoltato per quasi sei ore l’ispettore capo del Corpo forestale dello Stato Vincenzo Calonico e il commissario Mirabelli.

LE INDAGINI Le indagini sono partite nell’aprile del 2013 con un’informativa inviata alla Procura di Cosenza, a seguito di una dettagliata segnalazione circa alcune persone che gestivano ingenti quantitativi di rifiuti nella corte di una privata abitazione. Da subito gli investigatori hanno ipotizzato che si stesse svolgendo un’illecita attività di gestione dei rifiuti. È stato così accertato che all’interno della “Euro rottamazione” venivano conferiti rifiuti ferrosi e metallici da numerosi soggetti privi di qualunque titolo abilitativo. Si Le destinazioni finali dei metalli – soprattutto il rame – erano Puglia, Campania e Basilicata. L’organizzazione era ben rodata: secondo l’accusa i titolari della ditta, i fratelli Laino (che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato) erano associati, tra gli altri, a tre persone di nazionalità rumena appartenenti allo stesso nucleo familiare di probabile etnia rom: Calina Lacatas, Mihai Lacatas e Sandu Lacatas che soggiornavano nel campo rom di Vaglio Lise a Cosenza. Altre persone, coinvolte nell’inchiesta, hanno scelto il rito abbreviato. Secondo l’accusa, i Lacatas provvedevano a recuperare del rame attraverso furti ai danni di linee di distribuzione di energia elettrica e di telecomunicazioni e rifiuti metallici. Le indagini hanno permesso di documentare ben 1.548 trasporti di rifiuti metallici e di altro genere verso la ditta Euro rottamazioni. Inoltre all’interno della ditta sono stati trovati rifiuti pericolosi quali accumulatori per veicoli al piombo, i pneumatici fuori uso, sostanze chimiche, oli esausti e interi veicoli fuori uso. I Lacatas avevano, inoltre, in loro possesso batterie esauste e manufatti in bronzo di cui non hanno saputo giustificare la provenienza e che sono stati sequestrati.
L’ispettore Calonico, rispondendo alle domande del pm Domenico Assumma, ha ricostruito l’intera attività investigativa, spiegando come avveniva il traffico di rame e rifiuti. Ha spiegato anche come riuscivano a portare fuori il rame attraverso la visione di alcune immagini. L’ispettore ha specificato i ruoli dei singoli componenti dell’organizzazione. Dalle indagini è emerso che soprattutto la sera c’erano movimenti sospetti nel campo rom di Cosenza. È stato poi sentito il commissario Mirabelli, che all’epoca fece le indagini. Il teste ha spiegato come i rifiuti arrivavano in azienda in modo illecito e per questo l’azienda aveva necessità di farli rientrare in un circuito legale.
Dopo oltre sei ore di udienza, il processo è stato aggiornato al prossimo 14 marzo.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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