CATANZARO Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Pietro Catanzariti, difeso dall’avvocato Gregorio Viscomi, e Cosimo Zaffino, difeso dagli avvocati Antonio Staiano e Giovanni Russomanno. Catanzariti e Zaffino sono due dei tre uomini arrestati, con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, nel corso dell’operazione “Showdown 3”, condotta martedì scorso dalla Distrettuale antimafia di Catanzaro e dai Carabinieri del nucleo investigativo del capoluogo.
Catanzariti e Zaffino, insieme a Massimiliano Sestito (detenuto a Roma), sono accusati di fare parte della ‘ndrina di Gagliato, paese del Soveratese già investito dalle operazioni Showdown 1 e 2 contro la cosca Sia-Procopio-Tripodi. Secondo l’accusa i tre «partecipavano all’associazione di stampo ‘ndranghetistico facente capo alle famiglie Procopio-Sia-Tripodi, costituita e organizzata nell’ambito del “locale” di Soverato».
In particolare, Cosimo Zaffino viene considerato «patecipe con ruoli attivi soprattutto nel territorio di Gagliato, braccio operativo di Sestito Davide e Massimiliano, a disposizione dell’organizzazione per la commissione di atti intimidatori (in particolare incendi a scopo estorsivo), nonché attivo nel campo di stupefacenti, in relazione alla coltivazione di marijuana».
Pietro Catanzariti è accusato di essere «partecipe con ruoli attivi, a disposizione dell’organizzazione per la perpetrazione di atti intimidatori, nell’ambito delle guardiani alle discoteche, nonché la raccolta di fondi da destinare ai detenuti e alle loro famiglie».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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