Prestiti ai più poveri, il Tar boccia la Regione
CATANZARO Ci pensa il Tar ad andare incontro alle famiglie calabresi più bisognose. Il Tribunale amministrativo, con una sentenza del 27 gennaio scorso, ha infatti accolto il ricorso presentato dagli…

CATANZARO Ci pensa il Tar ad andare incontro alle famiglie calabresi più bisognose. Il Tribunale amministrativo, con una sentenza del 27 gennaio scorso, ha infatti accolto il ricorso presentato dagli ex componenti del Comitato di gestione del Credito sociale, il cui mandato era stato revocato in autotutela nel febbraio 2016 dall’allora dirigente generale del dipartimento Lavoro e Politiche sociali, Antonio De Marco. La defenestrazione dei quattro professionisti (Antonio Cusimano, Francesco Lia, Valerio Martino Grillo e Francesco Perri) aveva di fatto bloccato per quasi un anno il piano per la concessione di prestiti – garantiti dal Por Calabria Fse 2007-2013 – ai cittadini calabresi che versavano in situazioni di temporanea difficoltà economica. Con la vittoria davanti al Tar il Comitato potrebbe riprendere possesso dei faldoni sul Credito sociale e procedere con le erogazioni a favore delle famiglie più povere. Si tratta di un fondo rotativo in grado di garantire ai richiedenti un importo massimo di 10mila euro da usare per «far fronte ai bisogni primari dell’individuo», come le spese per la ricerca di una nuova casa dopo uno sfratto, la riattivazione delle utenze domestiche di luce e gas, l’acquisto di elettrodomestici.
Il Comitato era riuscito a istruire qualcosa come 1.600 istanze, di cui più della metà ritenute “ammissibili” e perciò idonee al finanziamento, per una cifra totale pari a circa 5 milioni di euro. La procedura subisce però un brusco stop dopo la revoca del mandato disposta da De Marco, a cui segue l’affidamento dell’intero progetto a Fincalabra, la società finanziaria della Regione, per un impegno di spesa complessivo di 7 milioni di euro.
LA SENTENZA Il Tribunale amministrativo presieduto da Vincenzo Salamone, nell’accogliere il ricorso, ha annullato il decreto di revoca di De Marco e condannato la Regione al pagamento di 2.500 euro di spese in favore dei ricorrenti. Il Comitato di gestione aveva contestato la mancata comunicazione dell’avvio del procedimento, il difetto di motivazione e l’eccesso di potere «per sviamento». Secondo il Tar, non c’è ragione «per escludere che la revoca sia soggetta all’obbligo della comunicazione di avvio del procedimento». L’atto firmato da De Marco, inoltre, «non risulta sufficientemente motivato» perché, dopo aver segnalato diversi problemi nella gestione del progetto, «non chiarisce in alcun modo quali siano le criticità nella gestione del Credito sociale». Quanto alla mancata procedura di evidenza pubblica per la nomina dei membri del Comitato, evidenziata nella revoca del dipartimento, «risulta elemento non pertinente rispetto al provvedimento». Il Credito sociale adesso è pronto a ripartire.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it