CALABRIA CORROTTA | Bova: «La politica anticipi i pm»
CATANZARO Si susseguono le riflessioni politiche dopo l’operazione “Robin Hood” della Dda di Catanzaro che ha portato all’arresto tra gli altri del consigliere regionale Nazzareno Salerno. E in merit…

CATANZARO Si susseguono le riflessioni politiche dopo l’operazione “Robin Hood” della Dda di Catanzaro che ha portato all’arresto tra gli altri del consigliere regionale Nazzareno Salerno. E in merito a questo fermo interviene la deputata nonché coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole Santelli che si augura che l’esponente politico «possa dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati». «Proprio la gravità della vicenda – sottolinea – per chi autenticamente crede allo Stato di diritto, impone uno sforzo maggiore nel ricordare che si tratta di ipotesi investigative, rispetto alle quali occorre conoscere la versione degli indagati».
Per Santelli, «è tuttavia palese che lo spregiudicato “utilizzo” di fondi per il sociale, per come ricostruito dalla Dda di Catanzaro, della quale apprezziamo la serietà e il rigore investigativo, è raccapricciante e, qualora le accuse corrispondessero a verità lascerebbero spazio ad un giudizio politico drastico. Ritengo, però, che quanto più gravi ed inquietanti siano le accuse tanto piu’ rilevante deve essere lo sforzo di saper attendere le tesi difensive e valutare solo successivamente le responsabilità».
«La politica, nel rispetto dei basilari principi di garanzia previsti dall’ordinamento – sostiene ancora Santelli – ha il dovere di prendere le distanze da comportamenti individuali che tradiscono l’etica minima che deve contraddistinguere la Pubblica amministrazione, ancor di più in una regione come la Calabria in cui chi riveste incarichi pubblici deve riconquistare con esempi di legalità, onesta e trasparenza la fiducia dei cittadini».
Sul caso interviene anche Arturo Bova , presidente della commissione regionale Antimafia che in una nota, definisce la vicenda «sconcertante».
«Ferme restando tutte le garanzie a tutela degli indagati e in attesa di conoscere la realtà che sarà attestata dai processi – afferma Bova – gli arresti condotti dalla Procura di Catanzaro rilanciano a gran voce il tema della legalità e della trasparenza in seno alle istituzioni. Non più tardi di qualche giorno fa, il governatore Oliverio aveva lanciato dal pulpito dell’evento “Calabria in Corso” un messaggio chiaro a malaffare e illegalità. Proprio lui, grazie alla sua figura di politico di lungo corso che mai è stato sfiorato dall’ombra del sospetto e del malaffare, oggi deve trovare la forza di dare un segnale di continuità a quelle parole. Un segnale che sia concreto e possa servire da guida a tutti gli altri amministratori locali che nella nostra terra vogliono lottare contro il cancro dell’illegalità». «Non più tardi di mercoledì – sostiene ancora Bova – ho avuto modo di leggere le dichiarazioni del procuratore Gratteri riportate su “Famiglia Cristiana” che ponevano l’accento su come anche gli uffici della Procura, se non accuratamente gestiti, possano impantanarsi. Gratteri quindi sottolineava come ci sia l’esigenza nella Procura di Catanzaro di una profonda ristrutturazione. Bene, prendo in prestito le sue parole e le applico agli uffici delle pubbliche amministrazioni: è qui che la politica deve trovare il coraggio e la forza di anticipare le inchieste, di arrivare prima delle Procure, perché i cittadini hanno bisogno di fidarsi di chi li rappresenta. Di quante altre inchieste ci sarà bisogno prima che la politica tutta prenda coscienza della gravità della situazione in cui versa tutto il sistema delle pubbliche amministrazioni? A sostegno di questa mia presa di posizione, sottolineo ancora una volta che la Commissione contro la ‘ndrangheta che mi onoro di presiedere, ha avviato l’iter per l’approvazione di un testo unico regionale contro la mafia. Uno strumento – conclude Bova – il cui valore, non solo simbolico, potrà essere un sostegno fondamentale alla politica e alla stragrande maggioranza di funzionari pubblici onesti di cui la Calabria dispone affinché si estrometta, finalmente, la mafia da ogni pubblico ufficio».