Morì dopo il ricovero, sì al processo per due medici
COSENZA Il gup del Tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco, ha rinviato a giudizio due medici che – secondo l’accusa – avrebbero causato la morte di Francesco Roselli, morto il 30 giugno 2014 all’ospeda…

COSENZA Il gup del Tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco, ha rinviato a giudizio due medici che – secondo l’accusa – avrebbero causato la morte di Francesco Roselli, morto il 30 giugno 2014 all’ospedale Annunziata. Il prossimo 13 giugno inizierà il processo per due medici, Michele Piccolo e Antonio Perri (direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia dell’Annunziata), per omicidio colposo in concorso.
Il calvario di Roselli, all’epoca 63enne, padre di tre figli, comincia la sera 20 giugno 2014, quando si reca all’ospedale di Acri con forti dolori addominali. In un primo momento gli operatori del Pronto Soccorso acrese lo rimandano a casa, ma quando si ripresenta in ospedale alle prime ore della mattina successiva i primi esami effettuati fanno sospettare una perforazione gastrointestinale. Roselli viene quindi trasferito a Cosenza. Viene ricoverato nel reparto di Chirurgia dell’Annunziata, ma nonostante un primo intervento chirurgico per ulcera duodenale le sue condizioni non migliorano. Passano i giorni e alle continue e crescenti richieste d’aiuto di Roselli, sempre più sofferente, gli operatori rispondono sottoponendolo a una visita psichiatrica. Ma a sette giorni dal ricovero le sue condizioni non sembrano affatto migliorare, così l’uomo viene sottoposto ad un secondo intervento, ma dalla sala operatoria l’uomo verrà trasferito direttamente in Rianimazione in condizioni disperate. Roselli muore il 30 giugno 2014 e i familiari, assistiti dall’avvocato Vincenzo Conforti, presentano subito denuncia.
La morte di Roselli, scrive il procuratore aggiunto Marisa Manzini nella richiesta di rinvio a giudizio, sarebbe stata causata da uno «shock settico da ulcera duodenale perforata complicata da peritonite generalizzata e formazione di ascessi multipli». Secondo l’accusa, dunque, il decesso del 63enne è da imputarsi alla «condotta palesemente manchevole» dei due medici. I familiari di Roselli si sono costituiti parte civile e sono rappresentati dagli avvocati Vincenzo Conforti del foro di Bari e dal collega Giuseppe Andrea Ferraro del foro di Cosenza. Il processo prenderà il via a giugno davanti al giudice Francesca De Vuono.
mi. mo.