«Dopo Cucchi, ora la verità su Denis»
COSENZA «Noi vogliamo chiudere definitivamente questa porta del suicidio perché Denis è stato ucciso. È la più grossa menzogna raccontata». Donata Bergamini parla in modo pacato, quasi a voler n…

COSENZA «Noi vogliamo chiudere definitivamente questa porta del suicidio perché Denis è stato ucciso. È la più grossa menzogna raccontata». Donata Bergamini parla in modo pacato, quasi a voler nascondere la felicità. Perchè non si può «essere felici della possibile riesumazione del cadavere di un fratello, ma lo si diventa se questo serve a scoprire la verità». Il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla ha chiesto al gip la riapertura delle indagini sulla morte di Donato Denis Bergamini e la riesumazione della salma del calciatore del Cosenza deceduto sotto un camion in circostanze misteriose il 18 dicembre 1989 lungo la statale 106, all’altezza di Roseto Capo Spulico e la cui morte fu archiviata in un primo momento come suicidio. La sorella ha appreso questa notizia, nei giorni scorsi, dalla stampa in un «momento in cui non me lo aspettavo proprio – racconta a fine intervista sempre con grande sensibilità e garbo -. A fine dicembre sfogliavo i giornali calabresi nella speranza di qualche novità, ma nulla. Poi qualche giorno fa arriva questa notizia. Non riesco ancora a crederci. Guardo il viso dei miei figli che mi chiedono: “Mamma diranno la verità sullo zio?. Ora non ci siamo solo io e i miei genitori, ma anche i miei figli e nipotini che cercano risposte. Adesso siamo tutti qui abbracciati».
La richiesta della Procura è stata depositata nei giorni scorsi ed «è arrivata – ha spiegato il procuratore Facciolla – dopo la valutazione degli atti consegnatimi dai legali della famiglia e da un’attività di indagine svolta direttamente dalla Procura». In particolare vi sarebbe la relazione di un consulente che solleverebbe dubbi sull’orario della morte di Bergamini. Un’altra inchiesta si era conclusa nel dicembre 2015 con l’archiviazione da parte del gip, su richiesta del pm, delle posizioni dell’allora fidanzata di Bergamini Isabella Internò e del camionista Raffaele Pisano indagati, rispettivamente, per concorso in omicidio e favoreggiamento.
La sorella di Denis attende con ansia la riesumazione del corpo del fratello: «Mi auguro che le analisi sui resti del corpo di mio fratello – sepolto da 28 anni – vengano fatte da persone competenti con tecnologie sofistiche come è accaduto per Giulio Regeni e Stefano Cucchi. Denis è sepolto a Boccaleone di Argenta, provincia di Ferrara. Il mio avvocato Fabio Anselmo aveva chiesto la riesumazione perché questo può scioglire un nodo grosso. Ho fiducia nel procuratore Facciolla e lo stimo molto. Non so, però, che cosa abbia in mano. In questo momento la cosa che voglio è non sentire parlare più di suicidio. Non conosco nulla di quello che il procuratore sta facendo, non mi permetto di fare considerazioni. Desidero solo che venga fuori una certezza, cioè che mio fratello è stato ucciso. Ora devo aspettare la risposta del gip. Non mi piace fare considerazioni avventate. In tutti questi anni hanno creato un muro – quello del suicidio – che non doveva esistere. È arrivato il momento di abbatterlo».
Donata è molto riconoscente nei confronti del suo legale: «Ringrazio il mio avvocato Fabio Anselmo che sin da subito ha detto che il nodo della questione sta negli esami autoptici. Come famiglia vogliamo che venga tolta una volta per tutte questa macchia del suicidio che ci ha rovinato la vita. Sapevamo che si poteva arrivare a questo dolore della riesumazione ma al tempo stesso sono felice perché – come nel caso di Stefano Cucchi – si potrà arrivare alla verità. Quello era un corpo che parlava: non c’era nulla che potesse far pensare al suicido. Nel dolore affronti una cosa alla volta. Adesso aspettiamo la risposta del gip e poi valuteremo. Le carte parlano. L’esame autoptico è la base di partenza e quella di arrivo. Infatti, la scelta di nominare come nostro legale Fabio Anselmo fu presa in considerazione perché è un avvocato che si basa sulle perizie e le perizie non mentono. Ovviamente se sono fatte come si devono. Per questo chiedo e spero che vengano fatte con strumenti efficaci per poter arrivare a dare quello che le altre perizie non sono riuscite a fare. Poi – ripeto – non so che cosa abbia in mano il procuratore e credo sia anche giusto così. In questo momento mi sento tra due uomini forti: il mio avvocato e il procuratore. Ho sempre queste due figure davanti. Il mio legale è stato davvero molto bravo. In famiglia oggi non ci interessa ripensare al passato ma solo chiudere la porta del suicidio perche è una vergogna».
La famiglia Bergamini sa in cuor suo che quel corpo potrà dare delle risposte, ma si è anche informata: «Non abbiamo mai avuto un perito di parte, ma ci informammo se esisteva la possibilità di effettuare determinate analisi su un corpo sepolto da 28 anni. Ci dissero che era possibile farlo, ovviamente con tecnologie sofisticate e all’avanguardia. Ci siamo poi informati su chi fosse in grado di fare queste analisi e ci sono stati indicati il professore Vittorio Fineschi e la dottoressa Neri di Ferrara. Fineschi si è occupato sia del caso Cucchi che del caso Regeni».
Donata si chiede quando deciderà il gip e quando tempo dovrà aspettare ancora. E se quella riesumazione dovesse esserci, il suo pensiero sarà a chi e come si metterà mano sul corpo del suo amato Denis.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it