COSENZA «Ho letto con grande interesse il dibattito tra il deputato Demetrio Battaglia e il professore Ettore Jorio sul rapporto tra burocrazia e politica. È un tema di cocente attualità, soprattutto per la nostra regione, che tra grandi difficoltà sta tentando di risollevarsi dal baratro profondissimo nel quale era precipitata». Lo sostiene in una nota Orlandino Greco, presidente del gruppo consiliare “Oliverio Presidente”. «Con grande franchezza – aggiunge Greco – sento di dovermi schierare dalla parte del professore Jorio, per alcune considerazioni che tenterò di esprimere in poche righe. Prima di tutto, la burocrazia, che sempre viene sempre individuata come la palla al piede nei processi amministrativi, ha affrontato negli ultimi dieci anni un importante percorso formativo che ha determinato l’emergere di figure di dirigenziali di altissima specializzazione e competenza. Il legislatore, di pari passo, ha collegato competenze e responsabilità, rendendo questo rapporto inscindibile. Ciò ha determinato un’evidente scollatura con il metodo di gestione della cosa pubblica che fino a qualche anno fa vedeva la politica dominare e indirizzare ogni processo, anzi, ogni procedura, superando, in molti casi, anche il proprio ambito di competenza».
«La crescita dell’apparato dirigenziale – prosegue Greco – è coincisa con la crisi della seconda Repubblica e dei partiti politici intesi come strutture organizzative territoriali in grado di selezionare gli amministratori locali. Basterebbe guardare all’attuale composizione del Parlamento, dei consigli regionali, per capire dove sia il problema: gran parte della classe politica è stata selezionata, sarebbe meglio dire nominata, senza che ci sia stata una misura delle competenze e delle esperienze amministrative. La burocrazia, anche e soprattutto quella deviata, che pure è presente nel nostro Paese, ha divorato nel tempo spazi lasciati vuoti da una classe politica autoreferenziale che alla formazione sui territori ha preferito la cortigianeria delle segreterie di partito. Questo rapporto, fortemente squilibrato, ha generato nel tempo un forte ed inevitabile distacco tra i cittadini e la politica, tra le comunità e le istituzioni».
«Prima di guardare oltre il proprio cortile – aggiunge il consigliere regionale -, sarebbe auspicabile che la classe politica tutta avviasse un’operazione seria di consapevolezza prima e di mutamento poi, al fine di riconquistare quel ruolo di indirizzo e di visione contro cui nessuna burocrazia, anche la più alta, potrebbe mai scontrarsi. Ritornare alla politica – conclude Greco – significa formare la nuova classe dirigente attraverso la trincea dell’amministrazione locale, i dibattiti serrati nelle sezioni di partito, lo studio di nuovi modelli di governance. Solo seguendo questo percorso sarà possibile ristabilire un rapporto equilibrato tra politica e burocrazia, colmando quel vuoto di potere che come un buco nero sta assimilando tutto ciò che lo circonda»
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