Morì d'infarto per colpa del lavoro
COSENZA Deceduto per infarto causato dal lavoro. La Corte di appello di Catanzaro ha emesso una sentenza che potrebbe fare scuola. La vicenda riguarda la morte di un operaio di un comune silano, dece…

COSENZA Deceduto per infarto causato dal lavoro. La Corte di appello di Catanzaro ha emesso una sentenza che potrebbe fare scuola. La vicenda riguarda la morte di un operaio di un comune silano, deceduto nel 2006 nella sua abitazione a causa di un infarto. La moglie per circa due anni ha consultato patronati e sindacati alla ricerca di un sussidio per la morte del marito. Fin quando nel 2008 non si è rivolta all’avvocato Giovanni Carlo Tenuta del foro di Cosenza che consigliava alla moglie e alle figlie di procedere legalmente contro il Comune. Rappresentata dall’avvocato Tenuta, la famiglia ha nominato un medico legale che, dopo aver eseguito una consulenza, ha stabilito un nesso tra l’infarto e l’attività lavorativa. Ovvero: l’eccessivo sforzo – commesso alcune ore prima del decesso e consistito nell’aver spostato una pesante caldaia del Comune – sarebbe stato la causa del decesso, in particolare per una persona già malata di cuore. Il Tribunale di Cosenza, nel 2013, ha accolto in pieno la tesi dell’avvocato Tenuta e ha condannato il Comune a risarcire la moglie e le figlie. La sentenza di primo grado aveva affermato che si era trattato di una morte sul lavoro. Anche la Corte d’Appello ha poi riconosciuto che si è trattato di una morte causata dal mancato rispetto da parte del Comune delle note antinfortunistiche. Ora – rende noto l’avvocato Tenuta – c’è da pensare al risarcimento della famiglia e probabilmente l’ente nominerà un commissario.
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