Bersani accarezza l'anima del Rendano
COSENZA Se si potesse individuare la parola chiave della serata che ha visto Samuele Bersani esibirsi durante la tappa cosentina del suo tour, il 7 marzo al Teatro Rendano, questa sarebbe senz…

COSENZA Se si potesse individuare la parola chiave della serata che ha visto Samuele Bersani esibirsi durante la tappa cosentina del suo tour, il 7 marzo al Teatro Rendano, questa sarebbe senza alcun dubbio una ed una soltanto: “calore”. Lo dice chiaramente il cantautore romagnolo quando, nell’esprimere ammirazione verso le perfette architetture neoclassiche circostanti, ammette che «un bel teatro non sarebbe nulla senza il calore umano». Quel calore che i suoi fan calabresi più affezionati gli hanno ampiamente dispensato, dimostrandogli che nulla è cambiato nonostante l’assenza dalle scene musicali, protrattasi per oltre un anno e mezzo per problemi di salute.
Bersani parte proprio dal punto in cui tutto è cominciato: non a caso Il mostro, brano d’esordio della carriera dell’artista, – col quale nel 1991, appena ventunenne, conquistò il maestro Lucio Dalla che da allora in poi decise di portarlo con sé in tournée – è anche il pezzo che apre la scaletta della serata, il mostro che «spunta da un mondo lontano» e che «ha paura», che è in ognuno di noi quando temiamo di mostrare la nostra diversità agli occhi degli altri. Ed ecco che il pubblico è immediatamente a proprio agio e pronto a canticchiare sulle note di Le mie parole, Lo scrutatore non votante, Il pescatore di asterischi, fino a giungere alla dolcissima, autobiografica, storia d’amore raccontata in En e Xanax, tratta dal fortunato lavoro del 2013 “Nuvola numero nove”. Il secondo tempo è ancora più intenso del primo, inaugurato dalla traccia che dà il nome all’ultimo disco nonché al tour, La fortuna che abbiamo, risultata a sorpresa tra le preferite dal pubblico in un sondaggio virtuale condotto dallo stesso Bersani attraverso i social network. Ma è con Canzone che le mani cominciano a segnare il tempo, è questa la vera carezza all’anima, quella che arriva più in profondità, con la quale egli rende l’immancabile omaggio alla memoria di Dalla che – afferma – «ha lasciato un grande vuoto e tuttavia è sempre in mezzo a noi».
Da “L’oroscopo speciale” del 2000, ancora Replay e Chiedimi se sono felice, colonna sonora dell’omonimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo, seguito da un medley dei maggiori successi: Freak, Chicco e spillo, Che vita!, Coccodrilli, Cattiva. Sul finale, videocamere di cellulari e smartphone sono inevitabilmente pronte a riprendere le versioni live di Spaccacuore e Giudizi universali, due canzoni emblematiche degli oltre vent’anni di musica dell’artista e per le quali è maggiormente conosciuto e apprezzato. Un ritorno in grande stile per Samuele Bersani, all’insegna dell’ironia e dell’umiltà che da sempre lo contraddistinguono, in una terra, la Calabria, da lui stesso definita «meravigliosa», a cui (e il lungo e caldo applauso finale lo conferma) era senz’altro mancato.
Chiara Fazio
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