Bevacqua: «Giunta e consiglio non si parlano, così ci faremo del male»
REGGIO CALABRIA Non è il primo invito di Domenico Bevacqua alla maggioranza. Quello di oggi, però, suona come un vecchio refrain morettiano: continuiamo così, facciamoci del male. Lo spunto è la pres…

REGGIO CALABRIA Non è il primo invito di Domenico Bevacqua alla maggioranza. Quello di oggi, però, suona come un vecchio refrain morettiano: continuiamo così, facciamoci del male. Lo spunto è la presentazione del progetto di legge teso alla riforma dei Consorzi di bonifica, presentato al consiglio regionale e firmato «dai colleghi (di Bevacqua, ndr) Mirabello e Romeo». La meraviglia per il presidente della Commissione Ambiente «non nasce di certo dall’iniziativa in sé e per sé: la funzione legislativa pertiene pienamente a ciascun consigliere». Il problema «nasce dal fatto che l’amico Romeo è capogruppo Pd e non può non sapere che proprio ieri (lunedì, ndr), nella seduta della IV Commissione da me presieduta, il referente della giunta, consigliere delegato Mauro D’Acri, ha presentato un testo sulla medesima materia che, per quanto concerne i contributi fondiari, va in direzione quantomeno diversa». Riassunto: giunta e consiglio non si parlano, non comunicano e si rischiano, come minimo, delle figuracce.
«Nella mia qualità di presidente della Commissione Ambiente – spiega Bevacqua –, unitamente e con la condivisione dei miei colleghi, sto portando avanti da diverso tempo un lavoro di approfondimento e di ascolto di tutti i soggetti interessati alla tematica e, anche sulla base del testo proveniente dall’esecutivo regionale, si era giunti a un primo punto fermo che aveva e ha la finalità di contemperare, in maniera ponderata, le diverse esigenze dei diversi attori presenti sui territori».
Il fatto che spunti una nuova proposta, per di più proveniente dalla maggioranza, evidenza una questione centrale nel rapporto tra i due poteri della Regione. «Mi sembra palese che qualcosa non funzioni – dice il presidente della commissione – nel rapporto e nella positiva dialettica fra giunta e maggioranza consiliare, perché delle due l’una: o il consigliere delegato D’Acri non rappresenta la volontà dell’esecutivo, oppure il capogruppo Romeo si muove in allegra libertà senza tenere conto dei doveri che ineriscono al suo ruolo. Comunque sia, non è mia intenzione tenere dietro alle improvvisazioni e alle acrobazie di chicchessia: atteso che ognuno di noi dovrebbe avere ben presente le più elementari norme di correttezza istituzionale, chiedo la convocazione di una riunione di maggioranza, alla presenza del presidente Oliverio, per chiarire quanto sta accadendo e dare, così, un senso alla nostra azione di governo». Sotto testo: altrimenti rischiamo di farci del male.